Come sulle montagne russe. Tra inferno e paradiso. Senza mai un punto d'equilibrio. La Roma si conferma squadra capace di grandi prestazioni e improvvisi black out. L'ultimo, quello di Siena, costa tre punti e forse l'addio all'ultimo treno utile per raggiungere la zona Champions
D'altronde, il brusco passo indietro rispetto all'esaltante poker rifilato all'Inter ha lasciato interdetto anche Luis Enrique, finora sempre in prima linea nell'assumersi le responsabilità delle sconfitte. Il tecnico spagnolo si era sempre schierato in difesa dei suoi ragazzi ripetendo quella formula magica che recitava «il primo responsabile sono io», ma la scialba prestazione di Siena ha lasciato il segno anche nell'asturiano. Deluso dal comportamento della squadra, ancor prima che dal risultato negativo. «Non siamo capaci di mantenere la regolarità. Tanti giocatori hanno giocato sotto il loro livello, è mancata la cattiveria in una giornata che poteva essere importante», è l'appunto mosso da Luis Enrique a Totti e compagni, accusati anche di non riuscire a riprodurre in campo il lavoro svolto a Trigoria: «Ci sono tante cose di cui parliamo durante la settimana, ma se ne parli non vuol dire che poi lo fai. Facciamo errori di cui abbiamo parlato tutta la settimana...».
E che impediscono alla Roma di fare quel salto di qualità necessario per spiccare il volo. In stagione, infatti, i giallorossi sono già caduti ben 10 volte (8 solo in campionato), lasciando sul campo prima l'Europa League, poi la Coppa Italia, e adesso la corsa alla Champions.A pesare sul rendimento altalenante del gruppo è senz'altro anche la presenza o meno di De Rossi: nelle otto partite finora disputate senza il regista azzurro la Roma ha raccolto appena 7 punti, con tre sconfitte, quattro pareggi (inutile quello in Europa con lo Slovan Bratislava), e una sola vittoria (col Cesena all'Olimpico).
Viceversa, a pesare negativamente è spesso e volentieri Kjaer, difensore centrale finito nel mirino della tifoseria per errori che sono costati punti pesanti alla truppa di Luis Enrique. Il danese, dopo aver provocato il rigore da cui poi è scaturita la sconfitta col Siena, si è però sfogato su 'twitter' accusando Destro di simulazione: «Non era assolutamente rigore, non ho fatto niente per far cadere Destro. Sono frustrato - il 'cinguettio' di rabbia di Kjaer -. Io ammetto i miei errori e quello non era un errore. Sono sotto choc: Destro si è buttato, dovrebbe volerci più di un soffio di vento per fare cadere una persona a terra. Non meritavamo di perdere così, mi sento preso in giro». Parole che non hanno fatto per nulla piacere alla dirigenza, impegnata a non dar peso alle decisioni arbitrali nei dopopartita (e infatti nè Luis Enrique nè Baldini hanno espresso alcun giudizio sul rigore fischiato da Rocchi). Per questo domani, alla ripresa degli allenamenti a Trigoria, oltre al confronto tra tecnico e squadra, verrà ribadito ai giocatori di utilizzare i social network con maggiore accortezza. Anche perchè in alcune circostanze il silenzio è d'oro.
(ansa)