Altro che festa per l'arrivo degli americani 'capitanatì da Thomas DiBenedetto: la Roma è deprimente come il suo pubblico, che non riesce a scuotersi, ed a riempire l'Olimpico, neppure in un'occasione come questa. In tutto ci sono 33mila spettatori, con poche bandiere a stelle e strisce e nessuno striscione di benvenuto per i nuovi padroni, nè di saluto per Rosella Sensi,
Nel primo i siciliani si erano adeguati alla mediocrità generale, compresa quella dell'arbitro Romeo, che aveva concesso due rigori a dir poco dubbi, dopo averne negato, al 3', uno più evidente ai siciliani per un intervento di Burdisso su Pinilla. Ma poi le cadute di Menez, dopo un contatto con Bacinovic, e di Pinilla, finito a terra da solo dopo aver fallito un intervento in semirovesciata, non erano sembrate azioni su cui concedere la massima punizione ai danni di chi difende. Errori dell'arbitro, ma anche e soprattutto di una Roma che fallisce un'altra occasione, vede sparire forse definitivamente il sogno di un posto in Champions, ed appare senza nerbo come certi suoi presunti campioni: Menez e Vucinic sbagliano ghiotte occasioni e a tratti sembrano giocare controvoglia. Così si avvera la profezia del presidente Zamparini, che aveva pronosticato un successo dei rosanero: ed il Palermo vince fuori casa dopo quattro ko consecutivi esterni senza aver mai segnato. Contro una Roma-disastro realizza tre gol tutti in una volta, due con il talentuoso Hernandez, e punisce una squadra ormai capace di segnare soltanto con Totti. Il capitano è andato in gol anche stavolta, e sono ormai 43 giorni che per la Roma realizza solo lui (oggi l'undicesimo rigore romanista di questo campionato, che lo porta a quota 204 reti in serie A, a -1 da Roberto Baggio), autore di tutti e sette gli ultimi centri giallorossi.
Ma il capitano da solo non può tenere in piedi la baracca; così, visti anche gli errori di Menez e Vucinic (che segna nel recupero, quando ormai il Palermo ha abbassato la guardia), sembra ancor più inspiegabile l'ostinazione di Montella a tener fuori un attaccante di razza come Borriello. I primi 45' sono di una noia totale. I romanisti si disperano già al 7', quando Menez sbaglia il più facile dei tap-in dopo un tiro di Riise respinto da Sirigu. C'è poi il rigore trasformato da Totti al 20', di destro angolato, quindi alla mezz'ora si rende pericoloso il Palermo con Hernandez. Al 42' altro penalty discutibile e pareggio di Pinilla.
Ad inizio ripresa la Roma spreca ancora, prima con De Rossi e poi con Menez, capace di inserirsi alla perfezione sull'assist di Totti ma anche di sprecare calciando fuori da posizione favorevole. Altro clamoroso errore al 16', con Menez che stavolta inventa un passaggio e Vucinic che a porta vuota tira alto. Dal 25' viene fuori il Palermo, perchè Pastore, fino a quel momento evanescente, comincia a giocare da par suo ed a distribuire palloni. Da uno servito a Pinilla nasce il cross del cileno per Hernandez che, solo a centro area, mette dentro il pallone dell'1-2. Poco dopo l'uruguayano si ripete incrociandosi ancora con il compagno e segnando in diagonale. A quel punto per la Roma, altro che entusiasmo e businessmen americani: cominciano invece i fischi, che continuano anche in occasione della rete di Vucinic. Così, nonostante gli avvenimenti societari ed i sogni alimentati dall'etere locale, i sentimenti prevalenti, almeno per ora, sono amarezza e depressione. Questa è una Roma in cui è tutto, o quasi, da rifare.
(ansa)