Coronavirus, Malagò: "Lo sport ha il dovere di fermarsi. Coppe europee? Stupito che non siano state ancora sospese"

13/03/2020 alle 00:46.
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GIANLUCADIMARZIO.COM - Al portale sportivo ha parlato il presidente del Coni, Giovanni Malagò, sulla decisione di fermare le manifestazioni sportive a causa dell'emergenza Coronavirus“Buon senso e responsabilità, fin da subito, ci hanno indicato la via… Altro non si sarebbe potuto fare che fermarsi…Giusto poco fa ero al telefono con Dorotea Wierer, campionessa di Biathlon, la quale mi poneva il seguente problema. Le sono rimaste due gare, quella di settimana prossima a Oslo la hanno giustamente annullata mentre quella di questo fine settimana in Finlandia è stata confermata seppur a porte chiuse. Cioè, io mi chiedo, ma come si può spiegare tutto questo alla gente? Anche perché il problema non sono le porte chiuse, bensì la tutela della salute degli atleti. Ci dicono che non dobbiamo avere contatti e poi li lasciamo gareggiare? E se uno di loro avesse un problema? La risposta a questi interrogativi è e dovrebbe essere dettata soltanto dal buon senso”.

In Italia si è tracciata la strada con lo stop alle manifestazioni sportive: "Assolutamente. Noi, di concerto con le istituzioni, siamo arrivati ad una conclusione che era nell’ordine delle cose. In questo momento così delicato lo sport ha l’obbligo, il dovere di fermarsi. Poi in molti, a livello internazionale, ci hanno seguito, altri invece hanno adottato strategie differenti. Non possiamo imporre, ovviamente, regole agli organi sovranazionali, ma la situazione – e non solo in Italia – è talmente grave che, crediamo, per quanto è di nostra competenza, non si possa fare a meno di fermare tutto”.

Sull'Uefa, che ha rimandato la decisioni sulle competizioni europee al 17 marzo: “Non è una decisione di mia competenza. Io posso dire che sono rimasto stupito del fatto che non si sia ancora deciso di fermare le varie Coppe, ma – ripeto – non è un argomento su cui posso avere delle competenze dirette. Capisco che ci siano degli interessi, economici e sociali, ma la salute è un bene primario e deve essere messo al primo posto”.

E' in programma il prossimo 23 marzo un nuovo Consiglio Federale in cui si deciderà anche il destino del campionato di Serie A: “L'auspicio? Che tutti i presidenti dei club, verso i quali nutro grande stima, ragionino in termini generali e non personalistici. Serve la massima unità per uscire da questa situazione”. “Infine – conclude Malagò – vorrei dire che lo sport tutto, con tutte le nostre peculiarità, un po’ anche a pezzi e bocconi, ha avuto una presa di posizione che credo possa far onore al Paese. E mi stupirei se anche all’estero non si addivenisse a ciò”.

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