CALCIOEFINANZA.IT (J. STOCK) - Il calciomercato della Roma non è ancora concluso, ma grazie alle cessioni al Milan di Andrea Bertolacci e Alessio Romagnoli, Walter Sabatini ha messo a segno due operazioni importantissime per portare in equilibrio il bilancio 2015/16 del club giallorosso e rispettare gli impegni presi lo scorso maggio con l’Uefa dopo lo sforamento dei parametri del Fair Play Finanziario negli scorsi esercizi.
La società presieduta da James Pallotta si è infatti impegnata con la Camera Investigativa dell’Organo di Controllo Finanziario dei Club (Club Financial Control Body) dell’Uefa ariportare un risultato aggregato degli esercizi 2014/2015 (bilancio che verrà approvato il prossimo autunno) e 2015/2016 con un deviazione massima di 30 milioni di euro rispetto al pareggio di bilancio. Un obiettivo sicuramente non semplice, considerate le ambizioni sportive della Roma, che necessitano importanti investimenti per rendere ancora più competitiva la rosa a disposizione di Rudi Garcia, e il trend dei ricavi, che pur atteso in crescita non è certo paragonabile a quello della Juventus o dello stesso Milan. Il piano finanziario predisposto da Pallotta e dai suoi collaboratori, prevede infatti il superamento della soglia dei 200 milioni di ricavi già nell’esercizio 2015/16 per salire sopra quota 210 milioni nel 2016/17. Si tratta di numeri importanti per la Roma, ma che si basano sull’assunto che il club centri anche il prossimo anno la qualificazione alla Champions League, e che non sono ancora paragonabili a quelli di Juve e Milan che la soglia dei 200 milioni di ricavi la superano abbondantemente anche senza considerare i proventi delle coppe europee. Proprio per questo motivo la Roma ha la necessità di utilizzare al meglio la leva del calciomercato in uscita: da un lato per reperire la liquidità necessaria per finanziare le operazioni in entrata e dall’altro per realizzare quelle plusvalenze fondamentali per il conto economico. Da questo punto di vista, come già in passato, Sabatini si è rivelato molto abile, riuscendo a centrare entrambi questi obiettivi.
Calciomercato Roma – le plusvalenze su Romagnoli e Bertolacci - Grazie alle cessioni al Milan di Bertolacci per 20 milioni di euro e di Romagnoli per 25 milioni la Roma ha già fatto cassa per 45 milioni ma si è anche assicurata la possibilità di iscrivere nel bilancio 2015/16 plusvalenze per 35,5 milioni. Alessio Romagnoli è infatti un prodotto del vivaio della Roma e il suo valore di carico nel bilancio del club giallorosso era praticamente pari a zero. Per questo motivo la plusvalenza è dunque pari al prezzo pagato dal Milan per portare alla corte di Sinisa Mihajlovic il giovane e promettente difensore centrale. La plusvalenza su Bertolacci dovrebbe invece attestarsi attorno ai 10,5 milioni.Pur essendo anche il centrocampista un prodotto del vivaio giallorosso, nella sessione estiva del calciomercato 2012/13 la Roma aveva infatti ceduto il giocatore in compartecipazione al Genoa di Enrico Preziosi per 2 milioni di euro, realizzando già allora una plusvalenza di 875 mila euro, e riacquistandone contestualmente il 50% del cartellino per un milione. Comproprietà che è poi stata rinnovata nelle successive due stagioni.Prima di cedere Bertolacci al Milan, tuttavia, il club presieduto da Pallotta ha dovuto sciogliere la comproprietà di Bertolacci, versando al Genoa 8,5 milioni (che ha così fatto una plusvalenza di 7,5 milioni, avendo pagato il 50% del cartellino un milione). Il prezzo di carico di Bertolacci prima della cessione al Milan era dunque pari a 9,5 milioni (il milione pagato per il 50% e gli 8,5 milioni per sciogliere la comproprietà) e pertanto la plusvalenza dovrebbe attestarsi a 10,5 milioni (20 – 9,5 = 10,5). Alle ingenti plusvalenze realizzate con le cessioni di Bertolacci e Romagnoli al Milan si aggiungono anche quelle meno rilevanti realizzate con le uscite di Holebas al Watford per 2,5 milioni più bonus (tra 1,5 e 2 milioni di impatto positivo sul bilancio) e di altri due prodotti del vivaio, Viviani e Pellegrini, ceduti rispettivamente al Verona e al Sassuolo per 4 e 1,25 milioni. E se ne potrebbero aggiungere altre a breve, visto che si fanno sempre più insistenti le voci di un passaggio di Yanga-Mbiwa al Lione per 9 milioni (in tal caso la plusvalenza dovrebbe aggirarsi attorno ai 3,5 milioni) e che è molto probabile anche l’addio di Mattia Destro, il cui valore di carico al 30 giuigno 2015 dovrebbe essere di soli 2 milioni.
Calciomercato Roma – l’impatto delle operazioni in entrata - Ma il calciomercato della Roma ha visto anche importanti operazioni in entrata. In attesa che venga formalizzato l’arrivo del centravanti bosniaco Edin Dzeko in arrivo dal Manchester City (il prestito di Sanabria allo Sporting Gijon libererà un posto da extracomunitario per l’attaccante bosniaco che arriverà in prestito con obbligo di riscatto),la Roma ha risolto a proprio favore la comproprietà di Radja Nainggolan, versando al Cagliari 9 milioni, ha riscattato Leandro Paredes pagando al Boca Juniors 4,5 milioni e ha di fatto acquistato (l’obbligo di acquisto scatta alla prima presenza ufficiale)Iago Falque dal Genoa per 8 milioni più 1 di bonus. A queste operazioni si aggiungono i prestiti onerosi di Mohamed Salah e di Victor Ibarbo, che comporteranno un esborso di cassa nella stagione 2015/16 di complessivi 10 milioni.
L’attaccante bosniaco Edin Dzeko al suo arrivo a Roma - Anche sul fronte del calciomercato in entrata, tuttavia, la dirigenza della Roma ha lavorato in modo di minimizzare l’impatto sul bilancio 2015/16. L’esborso di cassa, al netto dell’operazione Dzeko e comprese le risoluzioni delle comproprietà, è stato finora di 40 milioni, più che compensato dunque dagli oltre 52 milioni incassati con le cessioni. L’impatto sul bilancio dovrebbe essere addirittura inferiore. Il prolungamento al 2020 del contratto di Nainggolan, ad esempio, dovrebbe permettere di risparmiare circa 500 mila euro l’anno di ammortamenti sul cartellino del centrocampista. E in attesa che vengano ufficializzate le modalità dell’ingaggio di Dzeko il maggiore costo delle operazioni in entrata dovrebbe essere limitato a 12 milioni, senza considerare però gli ingaggi dei nuovi arrivati.