THE TIMES - Qualcuno dice che, nello sport, i nostri eroi si debbano ritirare all'apice della loro carriera, così da non assistere al loro declino. Qualcuno fece proprio così: Michel Platini appese le scarpe al chiodo poco dopo aver compiuto 32 anni. Altri hanno visto le loro carriere interrotte da infortuni (viene in mente Marco Van Basten): in tal modo non abbiamo mai visto versioni inferiori,
Ma c'è anche altro: qualcosa di magico, un atleta che avanza magnificamente d'età. Chi ha visto la Roma battere la Fiorentina sabato ha avuto il privilegio di vedere un uomo che ha coordinato con successo talento, mente e corpo. Aggiungiamo: Totti non sta solamente gestendo la propria carriera da 36enne, limitandosi ad alcune gare. ha preso parte al progetto tattico di Zeman, pretenzioso allenatore boemo che richiede precisi movimenti, velocità. E Totti ha adattato il proprio gioco a questi dettami.
Ha segnato due gol: una delicata coltellata con l'esterno destro e una cannonata da 30 metri. Anche un assist: un tocco delizioso per il gol di Pablo Osvaldo. E' arrivato a 221 gol in Serie A: presto, probabilmente già in questa stagione, raggiungerà e supererà Gunnar Nordhal, fermo a 225, al secondo posto dietro Silvio Piola, la leggenda a quota 274.
Ovviamente non dobbiamo ricordare come Piola, che giocò in 4 decadi differenti e si ritirò nel 1954, si trovava in un calcio diverso da quello di oggi. Non serve ricordare nemmeno che Totti è stato schierato da attaccante solo in una parte della propria carriera, avendo giocato perlopiù da seconda punta o addirittura da ala sinistra.
Quando Zeman tornò a Roma, gli chiesero cosa volesse farne di Totti: "Giocherà dove giocvaa prima con me, sulla fascia sinistra", disse aspirando una sigaretta. Gli fecero notare che il suo 4-3-3 richiedeva grande corsa (gli allenamenti "Vittoriani" di Zeman prevedono anche i famosi gradoni) e che Totti non era più la "human dynamo" di qualche anno fa. Altra sigaretta: "E' più vecchio, è diverso ora. Darà il suo contributo il altro modo", disse.
Sabato ha mostrato proprion questo. L'età non ha derubato Totti della qualità che lo ha sempre contraddistindo: il rapporto con il pallone. Che si tratti di scagliare un bolide dalla distanza o la sua rinomata abitudine nel ricevere palla spalle alla porta, attirare i difensori e inventare semplicemente qualcosa di magico: queste qualità non sbiadiscono col tempo. Ha toccato la palla 99 volte, più di ogni altro su campo. E' un dato da rimarcare, per un attaccante. Alla sua età non correrà dietro la palla, ma manderà questa nello spazio per cercare i propri compagni. E' una combinazione di esperienza e senso dello spazio che separa i fuoriclasse da tutti gli altri giocatori in ogni sport.
C'è anche una certa umiltà che viene dall'età. Chi conosce Totti, sa bene che ha avuto ben pochi momenti da divo nella propria carriera. Per lungo tempo, non a torto, si è creduto che, a prescindere da chi fosse l'allenatore, il successo della Roma passasse per la sue mani.
In parte perchè è compito dei manager fare in modo che i migliori giocatori si possano esprimere al meglio delle prpprie possibilità, in parte perchè Totti, romano e romanista, ha assunto una forma quasi divina nella capitale. Ma è stato preso dalla mentalità di Zeman. Ha accettato che non può o non sarà il centro dello schieramento, ruolo che ha avuto per anni. Ha capito che il suo corpo non poteva più fare cose che prima invece faceva: si è concentrato, quindi, su cosa realmente potesse fare.
Potete fare un parallelo: guardate paul Scholes. Da giovane era in continuo movimento, correva per tutto il campo e segnava anche qualche gol. Ora il "vecchio" Scholes sta dietro, detta il gioco. Come Scholes, Totti non è immortale nè senzaetà. Esiste il declino, quello che rappresenta per tutti noi lo scorrere del tempo. Non ha bisogno di una fonte della giovinezza. Sta affrontando l'avanzare del tempo, giocando con le sue forze e portando benefici alla sua Roma. Roma, e il calcio tutto, sono migliori grazie a tutto ciò.