LAROMA24.IT Un anno fa, più o meno di questi tempi, Erik Manuel Lamela entrava sul palcoscenico della serie A come una rockstar mondiale. Effetti scenografici che si mescolano, allimprovviso la sagoma dellartista che attacca col suo pezzo migliore e sublima lattesa ossessionata del pubblico. Il saluto di Lamela alla Roma fu carico daffetto e deffetto con quel sinistro che fece tremare i polsi dei suoi nuovi tifosi, installando nello stomaco la sensazione che si fosse davanti a qualcosa di speciale. O che di lì a poco lo sarebbe diventato.
Un anno più tardi, cè ancora il Palermo ad offrirsi da teatro per unaltra esibizione del 20enne argentino, che dopo aver sorpreso, mira a consolidarsi. E lo farà con una prestazione che se valutata nellessenzialità del gol e dellassist confezionati perde quel grasso che gli conferisce un sapore squisito.
Giocava per divertirsi, ora gioca per il gol, è la scritta sulletichetta della nuova versione, aggiornata e rivista dopo il trattamento di Zeman, architetto e costruttore delle vie di comunicazione che collegano la classe connaturata del Coco, soprannome privo di significato come può esserlo un talento abbandonato, alla produttività, al fabbisogno di squadra.
E infatti, i 6 dribbling riusciti con cui Lamela concluderà la sfida abbinano sia il gusto estetico del numero 8 dallincedere superbo, eretto e simmetrico come un cigno, sia i guadagni di squadra che per almeno 6 volte si è ritrovata in superiorità numerica, con distese di campo dove disegnare le tracce volute dal proprio tecnico. E nel listino di base, ora, cè un optional non da poco, che ne fa una vettura di extra-lusso: i gol. Come quello realizzato a Ujkani, quasi oltraggiante per facilità per uno così ma comunque utile per sostenere il filo che lega Lamela e le esultanze da 5 gare consecutive.
Un appoggio elementare di destro che lo ha spinto al secondo posto della classifica marcatori del torneo, al fianco di Cavani, Milito e Di Natale, tutti autori di 7 reti, un bottino quasi raddoppiato rispetto alla scorsa stagione. Dietro solo ad El Shaarawy, con il quale sta tenendo un testa a testa sulla media realizzativa: entrambi segnano infatti ogni 116 minuti, con il milanista avanti per centesimi di tempo. Mai come ora: The show must go on.
Mirko Bussi