LAROMA24.IT - Sedersi di fronte al foglio riepilogativo di Juventus-Roma è un po come confessarsi senza poter avere il vantaggio di essere gli unici conoscitori dei fatti. Impossibile barare, neanche correre ai ripari, omettendo particolari o sistemando alibi da utilizzare in caso di pericolo. E infatti, la lista scorre inesorabile: Juventus-Roma 4-1; Pirlo, Vidal e Matri sul tabellino in appena 18; 4 su 4 difensori ammoniti e al tempo record di 27 minuti; una manciata di azioni prima della resa di Balzaretti al 34 che trasforma in atto il pensiero comune di gran parte dei tifosi giallorossi: Me ne vado, prima di rimetterci la salute.
Ma il clou numerico si rintraccia alla fine, quando il dato della pericolosità (indice che misura la produzione offensiva di una squadra, spiega la nota) fa suonare lallarme: 99%. Insomma, se il pallone fosse stato sgonfio o riscaldato, difficilmente Burdisso e soci se ne sarebbero potuti accorgere visti i pochi, pochissimi interventi. 1 su 100 ce la fa, negli altri casi quando non è Stekelenburg, è la traversa a contenere entro forme umane il risultato. Bastava, infatti, soffiare un pallone in verticale e cera da stringere un rosario per i giallorossi, ma perché? Questioni di scuole. Da manuale (italiano) della tradizione, in caso di palla scoperta, ovvero quando lavversario si trova in possesso senza pressione, si consiglia di scappare. Non dal campo,
Effetti che non si ripetono solo per la mira imprecisa di Vucinic qualche istante dopo. Pirlo, sulle cui capacità
Il giorno dopo, come da prassi, il conto arriva sul tavolo di Zeman, appena un mese fa proprietario di 'Zemanlandia' dove sembrava custodita la speranza; lo stesso modello di gioco su cui oggi viene affisso il cartello di 'cessata attività'.
Mirko Bussi