LAROMA24.IT (Massimo Scialla) – La Roma si scotta in Europa League e scivola in terza posizione nel girone, ma per rimettersi in carreggiata e risalire la china del gruppo J gli uomini di Fonseca dovranno aspettare una ventina di giorni, quando dopo aver ospitato il Brescia dovranno volare in Turchia per affrontare l’Istanbul Basaksehir. Prima di tutto, però, c’è il Parma, che tenterà di interrompere la serie positiva in campionato dei giallorossi domenica alle 18.00 al Tardini, nell’ultimo impegno di campionato prima della pausa per le nazionali. I ducali arrivano al match con la serenità di chi naviga in acque tranquille ma anche con qualche infortunato di troppo: su tutte, peseranno le assenze di Bruno Alves e Roberto Inglese. Per questo motivo D’Aversa punterà tutto sull’ex di giornata, Gervinho.
FRECCIA NERA - I tifosi romanisti se lo ricordano bene, Gervinho: classe ’87, al secolo Gervais Lombe Yao Kouassi, muove i primi passi calcistici nel JMG Abidjan, per passare poi al Beveren, squadra che milita nel massimo campionato belga, con cui colleziona 67 presenze, 16 reti e 5 assist. Poi il trasferimento in Francia, dove accumula complessivamente 160 presenze, 49 gol e 31 assistenze. Viene così notato ed acquistato dall’Arsenal, dove trascorre due anni, e dai Gunners arriva in giallorosso nella stagione di un insperato, parziale, riscatto per la Roma: quella ‘13/’14. Lo volle fortemente Rudi Garcia, anche lui arrivato quell’anno, che lo aveva già allenato sia al Le Mans che al Lille. Si presentò tra il serpeggiante scetticismo di alcuni, ma convinse praticamente tutti nel giro di un centinaio di metri: le sue innate doti di scatto e velocità sulla media-lunga distanza misero presto in difficoltà avversari e difese di ogni genere. Concluse la sua prima annata a Roma da beniamino dei tifosi, che ne apprezzavano la svampita e geniale capacità di creare scompiglio un po’ ovunque, tranne che fra le sue treccine, sempre rigorosamente tenute a bada da una fascia elastica nera. Alla fine della sua avventura in giallorosso, quando deciderà di lasciare la squadra con destinazione cinese per non 'tradire' il suo mentore appena esonerato, l'ivoriano avrà messo insieme 26 reti e 20 passaggi decisivi in due stagioni e mezza. Le stesse che trascorrerà all'Habei China Fortune prima di tornare in Italia, al Parma.
FIGLIO D'ARTE - Oggi, le zone di campo una volta calcate da Gervinho nella Roma, sono appannaggio di Justin Kluivert. Nel suo primo anno in giallorosso il dubbio che il suo cognome fosse assai più incisivo delle sue giocate ha sfiorato i tifosi romanisti, ma la 'cura Fonseca' ha prodotto i suoi effetti anche sull'olandese cresciuto tra le fila dell'Ajax: in questa stagione il numero 99 della Roma ha messo insieme 13 presenze tra campionato e coppa, 3 gol - già uno in più di quanto fatto nel corso di tutta la scorsa annata - ed un assist. Struttura più brevilinea rispetto a quella del collega della Costa D'Avorio, scatto quasi altrettanto bruciante, corredato da una maggiore confidenza con il pallone, e 12 anni di differenza in proprio favore. Un'era, calcisticamente parlando, tanto che per un anno Gervinho ed il padre di Justin Kluivert, Patrick, hanno persino militato nello stesso campionato, senza però mai incrociarsi sul campo da gioco. Alla fine di quella stagione Kluivert senior lasciò il Lille ed il calcio giocato, solo dodici mesi prima che al LOSC si accasasse proprio Gervinho.
Curiosità: in tutta la carriera l’ivoriano ha finora messo insieme 44 presenze complessive in competizioni europee tra gare di qualificazione e partite di coppa vere e proprie, mentre Kluivert ne ha collezionate, a soli vent’anni, ben 19, quasi la metà. Quasi, ma non ancora. E la sua possibilità di arrivarci già nel corso di questa stagione dipende dalle prossime due gare della Roma in Europa League e dall’eventuale qualificazione dei giallorossi alla fase successiva. Prima di tutto, però, c’è il Parma.