LAROMA24.IT (Matteo Pitotti) - La vittoria con la quale la Roma ha sigillato il 2015, in casa sul Genoa, ha riportato i tanto sospirati tre punti che mancavano da ben 42 giorni. I giallorossi, prendendo in prestito le parole del tecnico Garcia del post-gara, grazie alla vittoria sui Grifoni hanno "rivisto la luce". Quello stesso bagliore che sarebbe auspicabile scorgere anche sopra al Bentegodi nella serata di mercoledì. L’affermazione sul Chievo, con la vetta ad oggi lontana 4 punti, sarebbe un’iniezione di fiducia anche in termini di classifica. A patto però che insieme al bottino pieno, si ripresenti in campo una Roma diversa da quella lasciata lo scorso anno: deficitaria sul piano fisico e amorfa su quello tattico. Con diverse defezioni di lusso, la truppa romanista dovrà far di necessità virtù. Chi sarà della sfida sarà certamente Alessandro Florenzi. Il numero 24, che con il suo centro contro il Genoa ha reso più facile la strada per la vittoria, sarà pronto per un’altra straordinaria prova di duttilità. Qualità decisiva nel calcio di oggi, che si sposa bene con la filosofia di gioco dell’avversario Maran. Il tecnico trentino tra l’altro, potrà contare su un elemento di elevata esperienza, i cui primi passi da calciatore ricordano vagamente quelli più noti di Florenzi: Simone Pepe.
ALBORI GIALLOROSSI – Epoche calcistiche (e non solo) diverse quelle che hanno formato e plasmato l’ex Juventus ed il jolly di Garcia ma simile rampa di lancio, vestita dai colori giallorossi. Dieci gli anni trascorsi da Pepe all’ombra di Trigoria. “La Roma mi ha cresciuto, sono stato dieci anni nel settore giovanile giallorosso. Ero nella squadra con De Rossi.” – ha rivelato qualche anno fa il ragazzo di Albano Laziale. Distante appena trenta chilometri da Vitinia, dove intanto Florenzi cominciava a coltivare il sogno di divenire calciatore. Nel 2002 Pepe chiude definitivamente la sua avventura capitolina per trasferirsi al Lecco. Mentre Florenzi proprio in quei tempi inizia a prendere confidenza con il mondo della Roma e con Bruno Conti, già ai tempi responsabile del settore giovanile del club. Una sorta di passaggio del testimone silente, con saluti d’addio che sanno di gavetta per qualcuno. Mentre per qualcun'altro è tempo di aprire il borsone degli allenamenti per riempirlo dei primi sacrifici per una vita che ti vuole già grande.
SEGNI PARTICOLARI – Le strade di Pepe e Florenzi hanno preso sentieri diversi. Mestierante di navigata esperienza il primo, già tra gli uomini copertina per una piazza che ama e brucia di passione, il secondo. Ma seppur con chilometraggi alle spalle diametralmente opposti (sono otto gli anni di differenza all’anagrafe che li separano), il modus operandi dei due contiene punti in comune. L’etica del lavoro, lo spirito di sacrificio, la consapevolezza di essere tasselli di un mosaico chiamato spogliatoio, che deve aver la precedenza su tutto e tutti sono infatti tra i valori che spiccano nel profilo extra tecnico di entrambi. Mercoledì pomeriggio torneranno a fronteggiarsi. Florenzi quasi certamente partirà titolare tagliando così quota 17 presenze in campionato. Pepe (16 gettoni fin qui anche per lui) potrebbe farlo a partita in corso. L’obiettivo sarà regalare alle rispettive società e tifosi il primo sorriso del nuovo anno. Per un futuro che chiede ai due traguardi e prove differenti, pur con un passato accomunato dal giallorosso.