LA SFIDA NELLA SFIDA: Dzeko vs Destro

21/11/2015 alle 01:45.
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LAROMA24.IT  (Piergiorgio Frazzini) - Il presente e il passato dell'attacco giallorosso si affronteranno domani al Dall'Ara di . L'anticipo del sabato sarà infatti il palcoscenico della prima sfida in carriera tra Mattia ed , ovvero tra colui che avrebbe dovuto essere il centravanti giallorosso del prossimo decennio e chi lo ha invece sostituito per puntare sin da quest'anno alla conquista del titolo.

CAMBIO DI FILOSOFIA - L'avvicendamento che c'è stato tra i due in estate in quel di Trigoria, ha sancito una vera e propria inversione di tendenza nelle strategie di mercato della società americana. L'arrivo di un campione conclamato e pluridecorato all'estero come il bosniaco ha infatti ribaltato un concetto tanto caro alla dirigenza giallorossa, ovvero quello del 'calciatore futuribile', una definizione che, soprattutto al momento del suo arrivo, Mattia incarnava alla perfezione. Da quell'estate 2011 nella Roma sono cambiate molte cose e il centravanti ascolano le ha vissute tutte, o quasi, da co-protagonista.

INVOLUZIONE - Prima di arrivare al definitivo addio in estate, con il passaggio al per 8,5 milioni di euro più bonus, Mattia ha attraversato momenti decisamente contrastanti nella sua esperienza giallorossa. Dopo un primo anno non facile sotto la guida di Zeman e Andreazzoli, e un infortunio al menisco che lo costrinse a saltare anche i primi mesi con , l'allora 'grande speranza' del calcio italiano ha vissuto un periodo d'oro che, dall'8 dicembre 2013 (Roma- 2-1), data del suo rientro, lo ha visto assoluto protagonista con 13 gol in 20 partite. Da lì in poi, complice qualche infortunio, ed in primis un rapporto non idilliaco con il tecnico francese che ne centellinava i minuti, la parabola di in giallorosso iniziava la sua discesa, che tra mille polemiche, sarebbe poi terminata con il prestito al Milan nel gennaio scorso.

QUESTIONE DI GOL? NON SOLO - Tra i vari aspetti che l'allenatore della Roma ha sempre rimproverato a , ci sono sicuramente la scarsa attitudine al sacrificio e il mancato adattamento al gioco della squadra. Due concetti che sembrano invece piuttosto chiari al campione di Sarajevo, che in più di un'occasione ha retto da solo il peso dell'attacco giallorosso (vedi le gare contro e ). E anche per questo che ha stregato sin da subito l'ambiente romanista, sin da quel caldo pomeriggio di agosto quando più di 4000 persone lo accolsero al suo arrivo nella capitale. Il bosniaco sino ad ora sta ripagando la fiducia concessagli in estate dal club di Pallotta, anche se non più di due settimane fa, prima di segnare due gol decisivi nel derby e contro il Bayer in parlava così delle sue prestazioni: "Lavoro molto per la squadra è vero ma quando sei attaccante devi segnare i gol, questo è il mio lavoro e dovrò farlo sempre meglio in futuro". Appunto.