LAROMA24.IT (Piergiorgio Frazzini) - Dopo il sesto pareggio consecutivo, arrivato nella sfida più attesa contro la Juve - che ha sancito probabilmente la fine del sogno tricolore - la Roma è pronta a difendere il secondo posto dall’attacco delle inseguitrici. Già a partire dalla prossima trasferta di Verona. Contro il Chievo domenica alle 15.00 si dovrà dare seguito agli ultimi 20’ della gara contro i bianconeri, dove l’ingresso di Nainggolan, Iturbe e Florenzi ha cambiato il volto della squadra. Tutti e tre scenderanno, con tutta probabilità, fra i primi undici al Bentegodi, e in particolare l’azzurro sarà chiamato a prendere il posto di Torosidis (squalificato) come terzino destro. Garcia quindi si appellerà ancora una volta alla straordinaria duttilità dell’ex Crotone, che si troverà contrapposto ad un altro esterno sempre pronto a sacrificarsi per la propria squadra, in ogni zona del campo: Ezequiel Schelotto.
AL SERVIZIO DELLA SQUADRA - Dal 6 luglio 2012, data in cui la Roma ufficializzò il suo controriscatto dal Crotone, Alessandro Florenzi si è sempre prodigato a tutto campo per i colori che ama. Nella sua prima stagione in giallorosso sotto la guida di Zeman, l’ex capitano della Primavera chiuse con 39 partite e 4 gol, occupando la sua naturale posizione di mezzala nel celeberrimo 4-3-3 del tecnico boemo. E’ però con l’arrivo di Rudi Garcia che Alessandro inizia il suo valzer di ruoli. L’allenatore francese lo sposta infatti nel tridente d’attacco con il fine di dare equilibrio ad uno schieramento prettamente offensivo, e la sua intuizione funziona a meraviglia sin da subito, come dimostra il gol del 2 a 0 nella prima stagionale all'Armando Picchi di Livorno. Lo score del classe '91 a fine anno sarà di 6 gol in 38 partite, non male per uno che può occupare senza problemi anche la posizione di esterno basso. Si perchè grazie all'improvviso calo di Maicon, e allo stato di forma rivedibile del greco Torosidis, il ragazzo di Acilia quest'anno è stato impiegato da Garcia anche nella linea difensiva, con risultati piuttosto soddisfacenti, come la prima volta in Champions nello sfortunato pareggio contro il CSKA. Tre ruoli diversi in altrettanti anni in giallorosso, una duttilità che sembrerebbe aver creato un po' di confusione nel giocatore: “non so più quale sia il mio ruolo”. Il sacrificio per la squadra, come detto, è anche il “must” dell'italoargentino Ezequiel Schelotto.
CORSA E DUTTILITA' - Nato a Buenos Aires nel 1989, l'esterno si fa notare in serie B a Cesena, dove con 6 gol in 40 presenze si trasforma in uno dei principali protagonisti della promozione dei romagnoli in serie A. Il suo esordio nella massima serie avviene proprio contro i giallorossi dell'allora tecnico Ranieri in uno scialbo 0-0 all'Olimpico del 2010. Tra le fila dei bianconeri si mette in luce come esterno d'attacco nel tridente composto da Giaccherini e Bogdani. La sua corsa da quattrocentista e la naturale predisposizione al sacrificio gli permettono di far bene anche nel 2011-12 quando torna a vestire la maglia dell'Atalanta, dove le sue caratteristiche vengono esaltate dal 4-4-2 di Colantuono. La versatilità dell'argentino, oltre a portarlo ad essere uno dei 32 pre-convocati di Prandelli per Euro 2012, gli permette - nel gennaio della stagione successiva - di approdare in un top club della serie A come l'Inter. A Milano Ezequiel rimane solo sei mesi, ma nonostante una serie di prove non brillanti, verrà comunque ricordato per il gol del definitivo 1 a 1 in un derby. I nerazzurri, vittima preferita di Florenzi in serie A ( 3 gol sui 11 totali), sono ancora titolari del cartellino del giocatore che domenica affronterà il suo omologo giallorosso per la sesta volta in carriera in una corsia laterale che sarà bagnata dal sudore e dal sacrificio.