LAROMA24.IT (Daniele De Angelis) – In passato era una sfida che valeva scudetti e Coppe Italia, ora invece è ridimensionata. Ma Roma-Inter resta una sfida di alto livello. Entrambe arrivano da un momento poco positivo (i giallorossi per le prestazioni, i nerazzurri più per i risultati) e per entrambe i 3 punti in palio sono fondamentali. Sarà una sfida particolare per due giocatori. Due terzini sinistri, settore in cui l’Inter aveva scontato lacune storiche, mentre la Roma ha avuto problematiche più attuali. Dodò ritroverà la sua ex squadra e si confronterà con Ashley Cole, il giocatore che lo ha sostituito in giallorosso. Tra i due 12 anni di differenza e carriere opposte. Ma la loro esperienza ben racchiude il cambio di filosofia avvenuto nella società giallorossa. Perché Dodò era uno degli esponenti del “progetto giovani” portato avanti da Baldini e Sabatini nei primi anni di gestione americana. Con l’arrivo di Rudi Garcia, il ds ha poi cambiato rotta e ha ridimensionato l’apporto dei giovani, preferendo puntare anche su giocatori di esperienza e caratura internazionale.
DODO’ - La storia di Dodò in giallorosso ha inizio nel 2012. Fu lui infatti il primo rinforzo consegnato a Zeman. Il suo identikit corrispondeva alla classica operazione “sabatiniana”: un giovane di belle speranze, per di più preso a costo zero e con un accordo chiuso già da tempo. Il suo passato era promettente: Dodò era tra i giovani brasiliani più talentuosi nel suo ruolo e le prime uscite con le nazionali giovanili avevano attratto l’interesse dei club europei. Ma un serio infortunio al ginocchio, che lo ha tenuto lontano dai campi per più di un anno, lasciava aperti molti interrogativi. Dubbi che poi si sono manifestati al suo arrivo a Trigoria. Al primo allenamento con Zeman tornano i fastidi al ginocchio e il ritorno in campo si allontana. Sabatini è convinto delle sue qualità: “E’ un giocatore che appaga il senso estetico del calcio, vi farà divertire”. Ma anche a lui non sono risparmiate critiche, come al resto della squadra durante la terribile stagione del tandem Zeman-Andreazzoli. Il vero cambio di passo c’è però con Rudi Garcia: complice anche l’infortunio di Balzaretti, Dodò riesce a giocare con più continuità per un ampio tratto di stagione, mostrando anche miglioramenti concreti nella fase difensiva, che fino a quel momento era stato uno dei suoi talloni d’Achille. Fin quando l’ennesimo infortunio lo mette fuori gioco e nel finale di stagione lascia il posto a Torosidis.
COLE – Ashley Cole, d’altra parte, non ha bisogno di presentazioni: un curriculum e un palmares di tutto rispetto, una carriera da protagonista nelle file di Arsenal, Chelsea e nazionale inglese. La scorsa estate Sabatini si mette all'opera per cercare rinforzi di livello, per accontentare Garcia in vista del ritorno in Champions. Cole, libero dopo la scadenza del contratto con i Blues, sembra corrispondere all’identikit ideale. E anche nel suo caso le preoccupazioni non mancavano. Innanzitutto per l’età avanzata, poi per lo stato di forma dopo una stagione vissuta ai margini nel Chelsea di Mourinho. E infine anche per un passato che, come avviene per ogni calciatore popolare d’Oltremanica, lo aveva visto protagonista anche nelle cronache mondane. Si puntava a riproporre un’operazione in stile Maicon e i presupposti positivi c’erano. Aveva offerte dalla MLS, ma Cole ha accettato la Roma. Un segnale che non si considerava sul viale del tramonto, ma che voleva restare nel calcio che conta. E con un ingaggio inferiore a quello che percepiva al Chelsea. A dispetto di quel soprannome, “Cashley”, che i tifosi dell’Arsenal gli avevano affibbiato dopo il polemico addio ai Gunners.
AVVICENDAMENTO – L’incrocio in giallorosso tra i due fu di brevissima durata. Il 7 luglio, giorno in cui la sua ex moglie Cheryl convola a seconde nozze, Ashley Cole sbarca a Fiumicino, accolto dall’abbraccio dei sostenitori giallorossi e mette la firma su un contratto biennale. Con il suo arrivo e quello di Emanuelson l’addio di Dodò appare scontato. Passa solo un giorno e l’Inter si presenta alle porte di Trigoria. Sabatini coglie l’occasione e realizza una plusvalenza clamorosa: prestito oneroso con obbligo di riscatto dopo solo una presenza, un’operazione che porterà nelle casse giallorosse 9 milioni di euro in 2 anni.
SECONDO INCROCIO – “Non temo la pressione, ho trascorso 14 anni in Inghilterra e ho sempre lottato per un posto in squadra, è quello che continuerò a fare”. Ashley Cole si presenta così alla stampa, rassicurando i tifosi sulle sue motivazioni e sulle sue condizioni. Nel frattempo Dodò sbarca a Milano e Mazzarri ha tutte le intenzioni di rilanciarlo, sulla falsariga di quanto fatto l’anno prima con il suo connazionale Jonathan. Già in estate le strade dei due si incroceranno di nuovo. A Philadelphia, nella terza gara di Guinness Cup. L’Inter batte per 2-0 una brutta Roma, un primo ko mal digerito dall’ambiente giallorosso dopo le buone prestazioni con Man Utd e Real Madrid. Cole giocherà solo uno spezzone nel finale, mentre Dodò parte titolare a centrocampo e confeziona l’assist per il primo gol di Vidic. E nella prima da ex la sua esultanza dopo il gol finisce per ferire qualche tifoso giallorosso, cosa che lo costringe a chiedere scusa su Twitter.
STAGIONE – Un primo bilancio dell’andamento stagionale vede risultati agli antipodi. Esperienza finora negativa per Cole, che appare un lontano ricordo del giocatore ammirato in Premier League. Dopo l’entusiasmo iniziale è finito nel mirino della critica per i suoi errori sul campo. Prima le lacune mostrate ad Empoli, poi il tracollo con il Bayern Monaco. Robben fa il bello e il cattivo tempo sulla sua fascia di competenza e Cole è tra i primi ad alzare bandiera bianca. Il cambio con Holebas all’intervallo sa di bocciatura in piena regola. Dopo il Bayern, Cole si riprende e mette in fila prestazioni ordinate, anche se anonime. Poi si arriva a Bergamo e l’avvio di partita è da incubo: si lascia aggirare da Raimondi, che poi serve Moralez per l’1-0 dei padroni di casa. Altro errore grossolano e le impressioni negative dell’estate sembrano trovare più di una conferma. E oltre agli svarioni in campo, ci si ricorda di lui solo per quella posa "in disparte" nella foto della squadra in America, che nell'era dei meme che circolano su internet è diventata subito oggetto di numerose parodie. Ci si aspettava ben altro. E già si parla di un futuro lontano dalla capitale ben prima della scadenza del suo contratto. Di converso, Dodò è riuscito a trovare la continuità che in giallorosso gli è sempre mancata. Avanzato sulla linea dei centrocampisti, gioca sempre ed è tra i pochi a risultare tra i migliori, anche nella crisi di risultati che ha portato all’esonero di Mazzarri. Mancini lo conferma nel derby con il Milan. Prova sufficiente, che una gomitata di Muntari poteva forse far finire prima del previsto. E ora è in arrivo il terzo incrocio. Stavolta con in palio tre punti importanti e una buona dose di fiducia. Sia per Cole, chiamato a riscattarsi e a dimostrare che l’operazione estiva non è stata un fallimento. Sia per il suo predecessore in giallorosso, che ora proverà a ritagliarsi un posto di primo piano anche con Mancini.