LA SFIDA NELLA SFIDA: Luis Enrique vs Ranieri

03/02/2012 alle 18:04.

LAROMA24.IT - Barcellona. Nou Camp, 19 gennaio 1998. Claudio Ranieri, alla sua prima esperienza straniera, conduce il Valencia nel catino dei blaugrana allenati da Louis Van Gaal. Il primo tempo per il tecnico di San Saba è un incubo. Luis Enrique, proprio lui, con un colpo di testa apre la strada ad un primo tempo da urlo per il Barça, 3-0 e Ranieri a strigliare i suoi negli spogliatoi. Risultato finale un rocambolesco 3-4, grazie a due gol griffati Claudio Lopez e Ortega negli ultimi quattro minuti. 20 febbraio 2011.

 

LAROMA24.IT - . Nou Camp, 19 gennaio 1998. Claudio Ranieri, alla sua prima esperienza straniera, conduce il Valencia nel catino dei blaugrana allenati da Louis Van Gaal. Il primo tempo per il tecnico di San Saba è un incubo. Luis Enrique, proprio lui, con un colpo di testa apre la strada ad un primo tempo da urlo per il , 3-0 e Ranieri  a strigliare i suoi negli spogliatoi. Risultato finale un rocambolesco 3-4, grazie a due gol griffati Claudio Lopez e Ortega negli ultimi quattro minuti. 20 febbraio 2011. Una Roma svuotata dalla cavalcata quasi tricolore della stagione precedente affronta il in quel di Marassi per la 26esima giornata. Mexes, Burdisso e  sembrano chiudere la partita già prima dell'intervallo. Ranieri sente scivolare addosso le critiche piovute dopo la sconfitta casalinga col di una settimana prima e scongiura gli spifferi d'esonero. Ma il secondo tempo è cosa nota, con la Roma che  sparisce dal campo e Paloschi che si scopre bomber.Risultato: 3-4, come tredici anni prima, con Ranieri protagonista nel bene e nel male di due delle più clamorose rimonte della storia del calcio europeo. Spogliatoio in subbuglio, società in silenzio stampa e dimissioni presentate nel tardo pomeriggio. “Lascio per darvi una scossa “. Il filo che lega Luis Enrique e Ranieri è lungo tredici anni e quattordici gol. 
 
RICOSTRUZIONE - Claudio Ranieri è ora alle prese con un Inter in ripresa ma mai del tutto convincente. Nel giro di due settimane ha toccato il picco, con il derby vinto 1-0 nel nome di Milito, ed il fondo, con l'amara sconfitta di misura a Lecce. Il pragmatismo del tecnico di San Saba però ha colpito ancora: quando c'è da ricostruire e risollevare, Ranieri ha dimostrato di essere tra i migliori. Dopo l'infelice esperienza di Gasperini sulla panchina nerazzurra, durata solo tre giornate, ha avuto il merito di riprendere in pugno lo spogliatoio, restituire fiducia ai big ed imporre uno stabile 4-4-2. Il bel gioco latita, i risultati no. "L'Inter gioca bene - ha detto Luis Enrique - Ognuno ha il suo tipo di calcio, i risultati danno ragione a Ranieri per cui posso dire che l'Inter gioca bene". Quinto posto a quota 36 punti, con 11 vittorie, 3 pareggi e 4 sconfitte.
 
NOVITA' - Luis Enrique da Gijon ha scoperto la sua Roma in un'estate meno calda di altre.  Alla guida di una squadra nuova e cosmopolita ha zoppicato, mancando ad agosto contro lo Slovan Bratislava la qualificazione in Europa League per inesperienza e un po' di vanità. Le prime giornate di campionato hanno confermato le difficoltà nell'attuazione della sua idea di calcio. Il “trabajo e sudor” in punta di fioretto, un derby perso e tanta confusione. Via alle critiche, con un Ranieri al vetriolo a difendere il collega: “Probabilmente il fatto di sapere direttamente negli spogliatoi la formazione e quindi non sapere l'undici che scenderà in campo prima, non fa piacere ai giornalisti che lo criticano”. Con il passare delle settimane l'asturiano sembra trovare la chiave di volta ed il gruppo la sua amalgama. La vittoria a per 3-1 nel segno della modestia: “E' stata una partita matta. Siamo stati fortunati”. Si sbagliava, dice il campo a : 2-0 e tratti di un gioco spettacolare. Gli abbracci con e durante la gara col Chievo dimostrano un bel rapporto coi senatori ed uno spogliatoio ben saldo nelle sue mani. L'eliminazione dalla Coppa Italia ad opera della ed il deludente stop casalingo col accendono di nuovo la spia, la pesante sconfitta col Cagliari lancia nuovamente l'allarme: "Così non si va da nessuna parte". Sesto posto a quota 31, qualificazione in lontana 11 punti. La strada è lunga e tortuosa. Ma Luis Enrique, 41 anni di cui gli ultimi 7 tra estenuanti maratone e triathlon, lo sa e non si tira indietro.
 
PERCORSI A CONFRONTO - “Vedo Luis Enrique con simpatia, mi ricorda quando sono andato io in Spagna al Valencia”   ha dichiarato Ranieri non più di due mesi fa. “Io portai la mentalità italiana in Spagna”, e Luis Enrique sta provando a fare il contrario. Percorsi inversi e diversi che si incontreranno nell'anticipo della 22esima giornata allo stadio Olimpico. Una totale antitesi calcistica, due idee di gioco completamente differenti: l'una, tipicamente barcelonista, all'insegna della spregiudicatezza, dell'azzardo e del possesso palla. "Mi hanno preso per rischiare, non per fare palla lunga e mettermi dietro ad aspettare"L'altra, quella di Ranieri, più accorta ed attendista, emblema della mentalità italiana: prima la difesa, poi il resto. Nel primo anno intero di panchina giallorossa  tra i due ci sono quattro punti di distanza: lo scorso anno la Roma di Ranieri dopo 20 partite aveva 35 punti, con 10 vittorie, 5 pareggi e 5 sconfitte. 1,75 punti a partita, 28 gol realizzati e 24 subiti. Lo score dei giallorossi di Luis Enrique quest'anno invece conta 31 punti distribuiti in 9 vittorie, 4 pareggi e 7 sconfitte. 1,55 punti a partita, 31 gol fatti e 25 subiti. Quattro punti in più per Ranieri, quindi, con la differenza reti a favore dell'attuale allenatore della Roma. Il termometro dei nervi pende verso la Roma 2010/2011: 40 cartellini gialli e 6 rossi ( 2 Burdisso, Mexes, , e Julio Sergio), mentre l'organico di quest'anno ha collezionato 35 gialli e 5 rossi (Josè Angel, Kjaer, Juan, Gago e Bojan), di cui tre in una sola partita, a Firenze. Sabato sera si sfideranno passato e presente della Roma. C'è da giurare che nessuno dei due l'avrebbe immaginato quel 13 gennaio 1998, quando Ranieri esultava al centro del Camp Nou e Luis Enrique andava a testa bassa verso gli spogliatoi.
 
Lorenzo Censi