Post Match - Destinazione Paredes

20/02/2024 alle 12:31.
pmpare

LAROMA24.IT (MIRKO BUSSI) - Leandro Paredes ritorna sorprendentemente a Roma in piena estate e chiede a De Rossi il permesso di vestirsi della sua 16. Daniele De Rossi diventa, ancor più sorprendentemente, allenatore della Roma in pieno inverno e gli ha fornito il resto dell'attrezzatura.

Perché De Rossi, oltre alla faccia, ha messo le mani nella Roma. E l'effetto più evidente è quello che riflette nella consistenza di Paredes, decisamente più stratificato rispetto alle abitudini recenti. Di lui, il ct dell'Argentina Scaloni aveva parlato così nei giorni del cambio sulla panchina della Roma: "Per noi è un 5 speciale quando gestisce la manovra, ma se è in una squadra che rincorre…".

E la rivoluzione di De Rossi è partita dal pallone, adesso strumento ritenuto necessario per esprimersi. Seguendo il dettato di Paredes, innanzitutto. Che ora si abbassa piacevolmente tra i centrali così da poter guardare l'orizzonte del campo dal punto preferito. Quel contatto costante col pallone (82 tocchi a Frosinone, dietro solo a Mancini) pare utile anche a tenerlo dentro al tessuto della partita. Motorino d'avviamento della costruzione ma anche cavo conduttore verso le parti più calde del campo: sono 8, infatti, i passaggi progressivi (quelli che fanno avanzare di almeno 10 metri verso la porta avversaria, nella metrica di Fbref.com), come 8 sono i passaggi che hanno portato nell'ultimo terzo di campo, facendolo risultare in entrambe le categorie come il miglior romanista nell'ultimo turno di campionato.

Se le abilità in possesso risultavano arcinote e, semmai, semplicemente da smerigliare, ma comunque gli avevano fornito il passaporto per alcuni dei club più esclusivi nei quali ha già avuto accesso, la fioca partecipazione difensiva ne aveva spesso ridotto la partecipazione. Ed è qui, invece, che Paredes si è ingrossato nell'ultimo mese. Quella centralità negli sviluppi pare riverberarsi anche nelle situazioni senza palla, dove ora l'argentino mette il piede allo stesso modo: più tackle e intercetti raccolti tra tutti i romanisti in campo domenica allo Stirpe.

E letture difensive sofisticate come quella che mette in scena al 55' quando, su una pericolosa transizione negativa, il Frosinone si lancia minaccioso con tre giocatori (più un altro in arrivo) verso la metà campo romanista difesa soltanto da Angelino, Mancini e Huijsen, con Paredes davanti a loro. Rifuggendo alla tentazione di affrontare l'avversario, qui il 16 (bis) sceglie di ricomporre la linea andando a posizionarsi da terzino destro, dove mancava Kristensen. Non interverrà direttamente sul pallone, se non in un secondo momento, ma avrà un effetto ritardante e decisivo sullo sviluppo del Frosinone che si spegnerà esternamente favorendo il rientro del laterale danese e una ristabilita superiorità numerica per la Roma.

 

E nella trasformazione difensiva a 4, i comportamenti del vertice basso assumono spesso un ruolo decisivo per redimere nodi difensivi. Come quelli che riguardano le situazioni da palla laterale, argomento sottolineato in rosso nell'agenda romanista del primo mese di De Rossi. Qui, ora, il 16 di Paredes sembra prendere sempre più spesso le sembianze animate del 16 per antonomasia. Con quei posizionamenti a protezione dell'area corta, necessari a sbarrare la strada alle traiettorie più nocive e, di conseguenza, offrire ai centrali riferimenti nelle marcature più definiti. Si è visto domenica, nella situazione fotografata al 60', e ripetutamente a Rotterdam. Perché il 16, adesso, non è più una dolce dedica ma è tornato a sintetizzare un modo di essere.