Post Match - Un gioco da ragazzi

22/02/2022 alle 10:38.
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LAROMA24.IT (Mirko Bussi) - E' bastato inserire due, tre giovani di passaggio per rimettere in ordine le distanze tra Roma e Verona? E' stata dunque "solo" la linfa vitale sgorgata dalle membra di Zalewski prima, Volpato poi e Bove infine, a riazionare il metabolismo della Roma fino al 2-2? Perché nell'ultimo tratto della partita di domenica ci sono altri inediti in quella che fin lì era stata un'esibizione parossistica della squadra di Mourinho.

L'orologio segna l'82° minuto, lo svantaggio è stato dimezzato, da poco Bove ha preso il posto di Maitland-Niles e la Roma si è definitivamente ricomposta in un 4-3-1-2, per dare un riferimento approssimativo almeno in "non possesso", considerando che il triangolo offensivo si rovescia a piacimento, con Volpato e Pellegrini che avvolgono Abraham.

Su una punizione nei pressi della linea di fondo romanista, la squadra di Mourinho cestina la strategia preferita fin lì: rivolgersi direttamente ai propri vertici offensivi. Ne segue una costruzione dal basso con 5 giocatori coinvolti di partenza, oltre Rui Patricio, che ha l'effetto di attirare le pressioni sempre disponibili del Verona. Quando da Kumbulla la sfera sta arrivando a Zalewski, improvvisato terzino, si nota il contromovimento del 20enne, strumento particolarmente utile per guadagnare tempo e spazio quando l'aggressività avversaria è ai limiti di legge. E' proprio lui a voltare il pallone verso Veretout che poi potrà trovare la via di fuga dalla pressione del Verona sul lato opposto.

 

Qui viene il meglio, con la Roma che può rovesciarsi verticalmente grazie agli smarcamenti combinati di Bove, mezzala di parte che si muove incontro, e Pellegrini, che attacca l'ultima linea avversaria posizionandosi in fuori-linea. La sublime giocata del classe 2002 apre definitivamente i cancelli della profondità alla Roma, svelando la finalità del movimento del numero 7. L'azione non avrà un atto conclusivo, col cross di Pellegrini ribattuto, prima dello spostamento a sinistra dove Zalewski vedrà deviata in angolo la sua iniziativa. Quell'angolo che partorirà il 2-2. C'era altro, però, oltre la spinta metafisica della meglio gioventù romanista.