Post Match - Indifendibile

14/02/2022 alle 13:35.
pm-sassuoloroma

LAROMA24.IT (Mirko Bussi) - Come si difende una squadra che nonostante gli investimenti estivi, tra calciatori e staff, le buone intenzioni, l'entusiasmo scaturito, poi le spese invernali, anche se post-datate ma comunque tali, che non solo manca all'obiettivo prefissato, quel malinconico 4° posto che dà speranze ma non vale un trofeo, ma non riesce neanche ad iscriversi alla corsa? Non si difende.

Come si difende una squadra che non ha moti di spirito, ancor prima che tattici o altro, dopo un'eliminazione dalla Coppa o da uno 0-0 in casa col che fa pari anche con la Salernitana una settimana dopo, nonostante il fattore campo a favore? In modo scomposto e disordinato, come fa la Roma nel senso più pratico del termine.

Nelle discussioni calcistiche, alimentate anche dalle parole, a caldo, degli allenatori, si catalogano i misfatti tra individuali e collettivi. Come se fossero due categorie facilmente distinguibili, se non che la natura del calcio inevitabilmente mette principi comuni e singoli continuamente in interazione tra loro. Appoggiandoci sulle definizioni promosse da Coverciano, per "tattica collettiva" s'intende tutto ciò che prevede l'interazione di almeno due giocatori. E questo, inevitabilmente, mostra un campionario di situazioni decisamente più ampio rispetto a quanto preveda l'immaginario, e la conseguente narrazione, frequente.

Qui, ad esempio, è facile farci rientrare i fotogrammi che portano all'1-1 del . La conduzione con cui Kyriakopoulos risale il campo da sinistra mostra un'ampia gamma di disallineamenti "concettuali" prima che fattuali nei comportamenti del reparto difensivo della Roma. Dopo una fase iniziale in cui la squadra cerca di ricomporsi all'indietro, l'uscita in pressione di Mkhitaryan sembra dare il segnale a Karsdorp e Mancini di bloccare la scappata, la tipica corsa all'indietro per coprire la profondità alle spalle. Una scelta che bloccherebbe, per via del fuorigioco, il movimento di Traoré, se non fosse che il giocatore del può avvantaggiarsi degli equivoci romanisti, con Smalling e Kumbulla che, al contrario, interpretano la situazione continuando la corsa verso la porta. Esplode così l'emergenza: Traoré è ormai ben oltre Karsdorp-Mancini, Smalling deve precipitarsi ad uscire, il rimpallo viene avvelenato definitivamente dalla presa floscia di Rui Patricio. L'aggravante: tutto questo avviene appena un minuto dopo dal ritorno in campo per il secondo tempo.

Qui, invece, siamo alle leggi fondanti della tattica individuale difensiva. Che prevede, innanzitutto, quasi per definizione logica, un posizionamento che "intralci" la traiettoria tra l'avversario e la porta. E' proprio qui che tradisce Karsdorp: mantenendo un posizionamento difensivo che fino allo scoccare del pallone da parte di Berardi mantiene aperta e accessibile quella strada a Traoré. Al momento del duello, infatti, l'olandese può solo tentare di sbarrare la strada con una gamba scomposta, con deboli possibilità d'intervento vista la posizione nettamente favorevole che ormai aveva guadagnato il duellante.

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