LAROMA24.IT (MIRKO BUSSI) - Se il 3 ha già abbondante materia in numerologia, Mourinho lo appiccica alla sua Roma rinnovata già prima della sosta e, pare, definitivamente riportata all'impostazione di base a cui giunse anche il suo predecessore. Per via anche delle assenze last minute, Veretout s'è inventato con ottimi risultati vertice basso di un centrocampo che era impreziosito dalla presenza contemporanea di Mkhitaryan e Pellegrini, con quest'ultimo che, in non possesso, aveva la consegna di prendere il play avversario, Badelj. Ai lati Karsdorp ed El Shaarawy, con un'altra punta di nome e ruolo, Shomurodov, a raddoppiare il peso di Abraham.
Rispetto alle abitudini, anche per via delle positività, altrimenti, sembra di capire dalle parole di Mourinho, Cristante avrebbe fatto scalare altrove o in panchina Mkhitaryan, la Roma aveva un centrocampista in meno e un giocatore offensivo in più. Non per questo ha perso equilibrio, semmai l'ha rinforzato proteggendo con più cura le zone intime tra difesa e centrocampo, e guadagnato maggior qualità negli sviluppi.
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"Special Three"
3 aspetti in cui l'#ASRoma ha tratto benefici col ritorno a 3.
Dalla facilità di costruzione, alla protezione degli spazi tra le linee di centrocampo e difesa fino a una rinnovata facilità di colpire in transizione.— Mirko Bussi (@MirkoBussi) November 23, 2021
Tra gli effetti del ritorno a 3, com'era già emerso, il più nitido riguarda la facilità di costruzione che via via s'era fatta sempre più diretta senza produrre i vantaggi sperati. Contro il Genoa, disposto in maniera speculare, la superiorità nelle uscite dal basso l'ha spesso e volentieri offerta Mancini che ha condotto ripetutamente oltre la prima linea di pressione dei due attaccanti di Shevchenko, impegnati a schermare le linee centrali. Lo si nota chiaramente da questo sviluppo che porterà alla combinazione sul lato debole tra El Shaarawy e Mkhitaryan col tiro finale, alto, dell'armeno.
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La capacità tecnica di #ElShaarawy unita alla maggior libertà di smarcamento di #Mkhitaryan fa fruttare il 2v1 esterno che porta al tiro alto dell'armeno a conclusione dello sviluppo. pic.twitter.com/JlrITtkDDV
— Mirko Bussi (@MirkoBussi) November 23, 2021
Rispetto al passato, la miglioria principale è stata nel saper chiudere quelle zone spesso ricercate dagli avversari tra difesa e centrocampo romanista. Qui, la presenza più bassa di Veretout, ha aiutato a ripulire quelle mattonelle e favorito le azioni in transizione, una volta recuperata palla, che hanno ritrovato fluidità e violenza nel proprio corso. Proprio così s'accenderà la miccia di Mkhitaryan che poi esploderà definitivamente nel primo gol in Serie A di Felix. Dalla riconquista di Veretout alla capacità tecnica e di scelta con cui El Shaarawy e Pellegrini fanno uscire rapidamente il pallone oltre la pressione avversaria per liberare Mkhitaryan in quelle conduzioni verticali che mancavano da un po'. Il resto è risaputo, con il tiro secco di Felix che ha offerto immagini da copertina e il finale migliore alla partita.
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Pellegrini, già smarcato oltre la pressione, addomestica il pallone che innesca la conduzione di #Mkhitaryan.
L'uscita del difensore, inevitabile, viene punita dalla qualità di scelta dell'armeno che trova quella profondità scoperta, dove arriva #Felix pic.twitter.com/jDsXWW6d7I— Mirko Bussi (@MirkoBussi) November 23, 2021