LAROMA24.IT (Mirko Bussi) - "Chissenefrega della prestazione, conta il risultato" era lo slogan che aveva accompagnato gli ultimi 6 punti romanisti. Come se una limitasse l'altra, invece di essere legate in un rapporto di causa/effetto. Così, Garcia sceglie di lasciare tutto com'era contro Sassuolo e Genoa, sperando che la magia si ripeta. Ma il calcio, che non sarà una scienza esatta, dimostra di non essere neanche una banale lotteria.
A San Siro, salta ogni logica: il Milan decimo in classifica e senza alcun obiettivo disponibile, determina ritmo e avvenimenti davanti alla Roma che accetta come se non avesse nulla da pretendere. Su 15 protagonisti giallorossi, incluso il tecnico Garcia, soltanto in tre meritano la sufficienza. Uno è il portiere, due sono riserve subentrate nel finale.
DE SANCTIS 6,5 - Si prende le attenzioni che aveva richiesto a parole in settimana con due interventi importanti. Per la logica del ruolo, però, si sta tutti più sorridenti quando nessuno si accorge della sua presenza.
FLORENZI 5,5 - Prova a riaprire la galleria d'arte contemporanea con un gol che avrebbe sgomitato con uno dei migliori di Totti. Prima e dopo, aveva scarabocchiato molto sulla fascia, anche perché spesso obbligato a dover scegliere chi dei due milanisti marcare sulla fascia.
MANOLAS 5,5 - Le onde provocate dagli inserimenti del Milan fanno sembrare la difesa giallorossa una zattera abbandonata in mare aperto. Il greco, nonostante un palo e un paio di lotte a corpo libero, finisce anche lui sommerso.
ASTORI 5 - Farà il tifo perché Destro torni ad essere un suo compagno. Una volta lo disturba ai limiti della legalità ma riesce a nascondersi da Tagliavento, un'altra viene scaraventato in rete insieme al pallone del 2-0.
TOROSIDIS 5 - Honda e Abate gli corrono in direzioni opposte e lui finisce per trasformarsi in un ininfluente spartitraffico.
NAINGGOLAN 5 - Perde l'inserimento di van Ginkel che sblocca la partita. Si adatta al tono minore generale, tanto che sembra aver messo il "silenzioso" al suo calcio.
DE ROSSI 5 - Gli si appanna il radar tra gli inserimenti dei centrocampisti e gli esterni che si accentrano. Così perde il senso dell'orientamento che solitamente lo rende un cacciatore di traiettorie.
PJANIC 4,5 - Perso. Perché quando alza la testa trova soltanto compagni che lo fissano immobili e, se si aggiunge un pressing sufficientemente organizzato, è difficile rimandare il destino di perdere il pallone. DAL 70' TOTTI 6 - Il primo pallone che tocca lo mette dietro Diego Lopez. Ha ancora il potere di provocare ansie a San Siro.
IBARBO 4,5 - Dovrà presentare un esauriente certificato che giustifichi l'assenza. DAL 60' ITURBE 6,5 - Contromano. Ma stavolta è un bene: ha nelle gambe tutta l'ispirazione della Roma. Ne esce un rigore e un tiro in porta: qualcosa di inimmaginabile fino a quel momento.
DOUMBIA 5,5 - Non ci sono ingenui a cui sottrarre la merenda nel giardino di Diego Lopez, né aiuti dal resto della classe. Dunque lavora per sé ma più di un paio di tiri ribattuti dopo apprezzabili spunti non rimedia.
GERVINHO 5,5 - Mezz'ora di fumo. DAL 30' LJAJIC 4,5 - Aggrava la sua già insufficiente prestazione con ripetute lamentele come se l'assenza di pericolosità offensiva non lo riguardasse direttamente. Ufficio reclami.
GARCIA 5 - Conferma la formazione, cambia due moduli, alterna 6 attaccanti, tutto senza trovare neanche un'idea di come divertirsi a San Siro che, almeno quest'anno, era uno dei parco-giochi più economici della Serie A.