LAROMA24.IT- Giovedì sera all'Olimpico il vero test non sarà tanto per la Roma, ma per il Chievo di Giuseppe Sannino. Se da una parte i giallorossi sperano di superare il record della Juventus di Capello, dall'altra i clivensi tenteranno di uscire dalla crisi che li ha fatti scivolare fino all'ultimo posto della classifica. I gialloblu, infatti, hanno raccolto solo 4 punti in campionato, non
LAROMA24.IT- Giovedì sera all'Olimpico il vero test non sarà tanto per la Roma, ma per il Chievo di Giuseppe Sannino. Se da una parte i giallorossi sperano di superare il record della Juventus di Capello, dall'altra i clivensi tenteranno di uscire dalla crisi che li ha fatti scivolare fino all'ultimo posto della classifica. I gialloblu, infatti, hanno raccolto solo 4 punti in campionato, non avendo più vinto dalla quarta giornata. Dalla gara interna contro l'Udinese del 21 Settembre, sono arrivate solo sconfitte, tanto che già domenica, dopo il Ko al Bentegodi contro la Fiorentina, si pensava a un possibile esonero del tecnico campano.
GLI INIZI - Nel 1957 ad Ottaviano, provincia di Napoli, nasce Giuseppe Sannino. Già da piccolo coltiva la passione per il calcio, quando si trasferisce con la famiglia a Torino per via dell'assunzione del padre alla Fiat. La sua carriera calcistica trascorre in un limbo quasi eterno, sui campi dell'allora Serie C, fino a quando non finisce a fare l'ausiliare all'Asl di Voghera. Sannino, però, non riesce ad abbandonare il mondo del pallone e dopo aver allenato gli Allievi della Vogherese e la Primavera del Pavia, non dice certo di no all'incarico di allenatore delle giovanili del Monza. Come ha raccontato nel 2012: "La mia giornata iniziava alle 6 del mattino, e dopo aver lavorato per più di 7 ore all'ospedale psichiatrico di Voghera, prendevo la macchina e andavo a Monza per fare quello che avevo sempre sognato di fare: l'allenatore".
LA SVOLTA - Sannino non ha mai avuto nulla di regalato: dovranno passare anni, 17 per la precisione, prima di vedere i primi riconoscimenti. Nella stagione 2009/2010, la seconda con il Varese, il tecnico riesce ad arrivare secondo in Serie C, ottenendo la promozione in serie B superando la Cremonese nella finale dei playoff. L'impresa gli vale il primo riconoscimento personale, la Panchina d'Oro Prima divisione. L'anno successivo nella serie cadetta arriva a un soffio dalla doppia promozione, ottenendo un sorprendente quarto posto. Il sogno però si infrange in semifinale contro il Padova. Sannino viene notato a Siena, dove riuscirà finalmente a esprimere il suo calcio nel palcoscenico della massima divisione, portando i senesi a una tranquilla salvezza e a una storica semifinale di Coppa Italia, persa contro il Napoli dell'allora tecnico Mazzarri, che vinse quell'edizione. L'anno successivo rescinde il contratto con i toscani per approdare al Palermo. La sua avventura però ha una battuta d'arresto già alla terza giornata. Dopo un pareggio e due sconfitte, il presidente Zamparini lo esonera, richiamandolo l'anno successivo, nel 2013, per tentare la salvezza. In questa seconda parentesi Sannino può finalmente dimostrare il suo valore e la sua idea di calcio, di impronta sacchiana, riuscendo a dare un bel gioco ai rosanero. Nonostante sia riuscito a rendere meno inesorabile la retrocessione del club siciliano, che scende ugualmente in seconda serie, l'allenatore a fine stagione rescinde il contratto per unirsi al Chievo Verona del presidente Campedelli.
RENDIMENTO - Durante queste prime nove giornate, Giuseppe Sannino è riuscito ad andare contro a uno dei luoghi comuni degli ultimi 10 anni della Serie A: la possibilità di tornare a fare bel calcio con il Chievo Verona. Il tecnico campano, soprannominato 'ciabattino' dal padre perchè indossava sempre scarpe scoperte da ragazzino, segue i dogmi del 'vate di Fusignano': pressing alto, difesa a zona e 'calcio totale'. Il suo 4-4-2 non ha nulla a che vedere con quello dei suoi predecessori sulla panchina gialloblu, regalando sempre spettacolo e tante occasioni da rete. Purtroppo, però, non vanno di pari passo lo spettacolo e i risultati, disastrosi se rapportati con quanto visto sul campo. Il suo Chievo parte sempre con le marce alte, tanto che, esclusa la prima giornata, ci sono sempre state reti nei primi tempi. Peccato solo che in ben 7 occasioni le abbia subite, e sei volte su sette agli avversari sono bastati i primi 25 minuti di partita per realizzarle.
COME GIOCA - Per via dei pochi punti raccolti, sta mettendo in discusssione il suo 4-4-2 alternandolo talvolta per un 3-5-2. La squadra ha comunque un'ossatura abbastanza rigida dove quasi certi del posto sono Puggioni, i terzini Dramè e Sardo, i centrocampisti Hetemaj, Radovanovic, Estigarribia e Luca Rigoni. In difesa c'è maggiore alternanza, dove Cesar sembra l'unico con il posto da titolare grazie ai suoi buoni rendimenti. Però proprio lo sloveno, che domenica è andato a segno contro la Fiorentina, salterà per squalifica il match di giovedì. In attacco, invece, probabilmente continuerà la corsa per due maglie fra Pellissier, Thereau e Paloschi (miglior marcatore della squadra con 2 gol), con una staffetta quasi certa con chi verrà escluso dall'undici di partenza. Con le sue 7 reti in 9 partite, il Chievo ha il peggior attacco insieme al penultimo Sassuolo e ha ottenuto solo un punto in trasferta, alla prima giornata. Per Sannino fra la possibilità di restare ancora sulla panchina del Chievo e l'esonero, ci sarà la miglior difesa del campionato, quella della Roma di Garcia. Per di più in trasferta. Insomma, un'inezia...
Gianluca Lippi