Rosella Sensi e la stampa, storie di stoccate e scintille. E pensare che: "volevo fare la giornalista"...

23/02/2011 alle 12:28.

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Tanti altri gli episodi da menzionare. Tipo la conferenza stampa di Civitavecchia - agosto 2009 - solo per alcuni, selezionati, invitati dove, però, ci fu un vero contraddittorio. Così come quella grottesca di qualche mese dopo, quando negli uffici di Italpetroli fu organizzato un incontro con i giornalisti in fretta e furia per chiarire alcuni passaggi nella querelle tra il gruppo di famiglia e UniCredit, pubblicati nella stessa mattinata dal Messaggero: un'altra volta, fuori la maggior parte dei cronisti al seguito, tra cui quelli di Ansa, Corriere della Sera, Repubblica, Sky, Mediaset e La Stampa. Non proprio le ultime testate d'Italia. Il motivo? "La stanza era troppo piccola per ospitare tutti". Una giustificazione che, ovviamente, non convinse nessuno. Ne fu tratto solo un titolo: "La conferenza stanza". Il Romanista, il quotidiano dei tifosi più tifosi del mondo, all'epoca della direzione di Stefano Pacifici fu bandito da Trigoria nei giorni del settembre 2009. Troppo aspre le critiche di un giornale nato per fare l'interesse dei romanisti e non della Roma, che si permise di elencare le contraddizioni (e qualche bugia) della gestione Rosella. Durò qualche giorno, poi - a seguito di dure prese di posizione dell'Ordine dei giornalisti e dell'Ussi - una lettera alla redazione del presidente rimise le cose in ordine. Almeno apparantemente. Ora i rapporti con via Barberini sono ottimi, ma sono cambiate parecchie cose: la linea editoriale, molto più vicina all'attuale proprietà, e il direttore: Carmine Fotia. Problemi pure con La Gazzetta dello Sport, il primo quotidiano sportivo d'Italia. L'ultimo, il più eclatante, a proposito della querelle riguardante il rinnovo di Mexes. Un articolo, a firma Stefano Boldrini e Alessandro Catapano, ipotizzava uno scenario: il difensore francese al Milan, la Sensi - in ottimi rapporti con Galliani - presidente di Lega Calcio. Una sorta di scambio di favori, insomma. Immediata la risposta da Roma Channel: "Galliani è un amico, ma non ho mai parlato con lui di Philippe. E scrivere che lo venderei per avere in cambio qualcosa è veramente offensivo per me e la mia famiglia". E ancora, sempre a questo proposito, qualche giorno dopo a margine dell'ultima Roma-Catania: "Non ho fatto altro che leggere cose che destabilizzano l'ambiente da parte di alcuni giornalisti. Non ne posso più di questi insulti gratuiti, ne risponderanno in altra sede". Nota a margine: Mexes non ha ancora rinnovato, più di qualcuno lo vede già vestito di rossonero e per la presidenza di Lega avanza la candidatura della Sensi per il dopo Beretta. "Avrei voluto fare la giornalista". Sì, presidente, ma non così. 

 

Tiziano Riccardi