
È uno stimolo cercare di fare sempre qualcosa di meglio». Da qui riparte Gian Piero Gasperini alla vigilia di Nizza-Roma (sta-sera, ore 21), primo giro d'Europa dei giallorossi: tre mesi di lavoro alle spalle, «abbiamo fatto delle buone gare», una fisionomia già riconoscibile — «la squadra ha una sua identità» — e la richiesta, implicita ed esplicita, di alzare ancora l'asticella: «Globalmente credo che fino adesso abbiamo fatto un buon percorso». Il derby è già acqua passata, all'interno di un calendario fitto in cui da adesso, si inserirà anche l'Europa. La crescita passa anche dai singoli, a partire da chi ha deciso la stracittadina domenica scorsa: «Pellegrini è stato sempre considerato giustamente un giocatore di grande qualità tecniche, credo che abbia dei margini per diventare un calciatore di alto livello. Tutto parte dalla testa, deve anche poter credere di poter partecipare alla fase difensiva». (...) Gasp poi lascia il solito velo sul numero 9, nonostante, implicitamente, spieghi che c'è una ge-archia: «Dovbyk è un'alternativa a Ferguson. Nell'ultimo allenamento hanno fatto entrambi molto bene, vediamo. Ma la mia idea è quella di cercare di allargare un po' la rosa e avere più possibilità di rotazioni». Tradotto: si sperimenta anche quando i punti pesano. (...) L'Europa impone misura e pragmatismo, nonostante la Roma ormai abbia un profilo da 5 semifinali europee in 8 anni: «Rispetto a qualche anno fa le squadre cambiano e sono molto diverse. Questa è una squadra che sta cercando di costruirsi e non credo sia possibile oggi dire che la Roma sia favorita o prevedere cosa possa fare in campionato». (...) Gasp torna sui pochi gol (3 in 4 partite): «Più che una difficoltà offensiva, la Roma ha una difficoltà quando va in vantaggio: difende l'1-0 piuttosto che cercare il secondo gol. Cambia scheda e gioca in maniera diversa e subisce». Un registro da cambiare, per avere la Roma che Gasperini immagina: identità chiara, concorrenza alta, margini di crescita.
(La Repubblica)