Il vero genio è Daniele De Rossi, altro che Roberto De Zerbi. Almeno per la sfida di ieri, dove l'allenatore della Roma ha cancellato l'idea di calcio del tecnico italiano del Brighton. Una sfida dominata dall'inizio alla fine, una notte stellare per tutto il mondo giallorosso. "Ma non abbiamo fatto ancora nulla. [...] C'è ancora tanto da fare, il lavoro non è finito" dice l'allenatore giallorosso. De Rossi però la partita l'ha studiata, giocata e gestita nel miglior modo possibile. Ad iniziare da quella pressione alta per cercare di limitare la costruzione dal basso di De Zerbi. "Volevamo togliergli tempo di pensare, anche perché altrimenti ti possono far male". E, infatti, dietro il Brighton ha sbagliato tanto e costruito poco, anche se poi De Rossi qualche sbavatura la trova. "Abbiamo fatto una gran partita, ma non siamo stati perfetti. La squadra è stata fantastica nell'aggressività. Dybala e Lukaku hanno lavorato come animali nella fase difensiva, hanno corso senza palla. È l'atteggiamento che voglio". E allora la Roma continua a cambiare pelle, a giocare bene. E soprattutto a vincere. Settima vittoria in dieci partite, con 26 gol all'attivo. Una metamorfosi rispetto alla gestione precedente, quella di Mourinho. Poi si scivola altrove, su quei due argomenti di cui De Rossi parla sempre a fatica. Il possibile rinnovo e il rapporto con papà Alberto. "Il rinnovo? Questa giornata non va sporcata con discorsi che non c'entrano niente. [...] In questi 50 giorni mio padre quando mi vede a Trigoria sgattaiola via. Lui non mi parla quasi mai di calcio. Forse perché ha fiducia in me o perché non vuole mettermi pressione addosso. Ma sono suo figlio ed ho ereditato da lui la passione per questo lavoro". Allora l'occhio finale è per la prossima sfida e per il momento di euforia da gestire al meglio. "Domenica giocheremo contro un'altra ottima squadra, allenata da un altro grande allenatore. Non c'è tempo per fare scalette o proiezioni"
(Gasport)