Sembra la Roma di Mourinho, che bada al sodo e meno allo spettacolo. Si rivede anche Smalling nella difesa a tre nella quale si sente a suo agio, a José tanto era mancato che lo vedeva ormai come un traditorie e qualcuno ieri lo ha fischiato. Sembra la Roma di Mourinho pure per le magie di Dybala, quell'uomo della connessione tra i trequartisti e gli attaccanti. Paulo ne segna tre e nella partita contro il Torino è un po' tutto, trequartista e attaccante, ha corso e inseguito tutti fino alla fine. Il meglio lo dà con la palla al piede, con giocate piene di luce e magia. La Roma fa un altro balzo in classifica e si porta a -2 dall'Atalanta (che ha una partita in meno) e a -4 dal Bologna quarto in classifica. Dybala è diventato il nuovo cannoniere dei giallorossi con 11 reti in Serie A, logora chi non ce l'ha, uno come lui in queste serate aiuta molto: è l'uomo che pulisce una gara sporca, la spinge, la indirizza e la mette al sicuro. Non è una Roma brillante, è una Roma seria, posata, che sa soffrire. De Rossi dimostra come nella sua testa non esistano preconcetti su un modulo e che si possa interpretare una gara in maniera diversa, con maggiore umiltà. La mezza spiata raccolta alla vigilia da Juric deve aver dato i suoi frutti. Il primo tempo del Toro è quasi un libro scritto, ma nella ripresa cala e Dybala ne approfitta chiudendo i giochi.
(Il Messaggero)