José Mourinho si riprende la scena alla sua maniera, anche se il tono sembra diverso. Più dolente, verrebbe da dire, come un generale che torna in battaglia senza mai avere soddisfazioni. [...] «Nel calcio la parola alibi non si utilizza in anticipo – spiega Mou – mentre noi parliamo del calendario dall’inizio del campionato. Capisco che nel calcio c’è tanta gente arrivata con il paracadute. Non è il loro mondo, non lo conoscono, vengono per status o politica, per l’abito o la cravatta. Non è nata e cresciuta nel calcio. Queste persone vanno rispettate per lo status e basta. Non vale la pena commentare. È come se io parlassi di fisica atomica o di cinema. Sono dei paracadutisti che sono arrivati e che sono qui. Dobbiamo rispettarli a questo livello. Non sanno cosa significa giocare dopo 3 giorni, o lo sanno e fanno finta di non sapere e sarebbe peggio. Dopo ogni partita siamo la squadra che soffre di più e dimostra che la Roma è penalizzata. Ma i tifosi non sono degli scemi perché se in ogni partita la musica della Lega è fischiata, ci sarà un motivo». De Siervo, però, non lascia l’ultima parola a Mou, così in una nota precisa: «La Lega non commenta le dichiarazioni degli allenatori fintanto che queste non configurino delle accuse che minano la credibilità del prodotto Serie A. In questa circostanza, dopo la partita di San Siro, l’allenatore della Roma non si era limitato a evidenziare che il recupero tra le gare non fosse ideale, ma aveva accusato la Lega di aver voluto danneggiare il suo club. Siamo dovuti intervenire per difendere la Lega ribadendo che gestiamo il calendario con professionalità ed equidistanza. È, infatti, di tutta evidenza che la Lega non fa “favori” a nessuno, né tantomeno è “contro” qualcuno. I ricavi dei club derivano principalmente dalle tv e gli orari delle gare sono determinati soprattutto in funzione dell’audience. La polemica era inutile, Inter-Roma ha registrato il maggior ascolto della 10a giornata e la seconda miglior audience stagionale». [...]
(Gasport)