Giocate con noi

20/04/2023 alle 07:48.
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IL TEMPO (L. PES) - «Voglio avere 67.000 giocatori in più. Gli spettatori sono una cosa, spettatori-giocatori un'altra cosa». Così José Mourinho ha presentato la sfida di ritorno contro il Feyenoord in programma stasera alle 21 all'Olimpico. Un'altra notte europea nella quale il pubblico giallorosso sarà protagonista, e proprio sui tifosi il portoghese ha concentrato il focus nelle parole della vigilia. «Quello che so è che abbiamo una squadra in fiducia, uno stadio che vuole giocare il match, non sarà lì soltanto per applaudire, cantare o sventolare le bandiere. Loro sanno la differenza tra l'essere allo stadio e giocare una partita perché lo hanno fatto in precedenza. Ho rispetto del Feyenoord, ma ho fiducia nei miei giocatori e nei miei tifosi».

Il grande dubbio per Mou riguarda Dybala, che vuole esserci a tutti i costi ma su cui la decisione definitiva verrà presa soltanto a poche ore dal match: «La grande pressione per me è sta bene o non sta bene, perché se ho un dubbio sarà sempre un dubbio. Se inizia magari non giocherà 90' o magari si fa male dopo 10 minuti. Se va in panchina ed entra e si fa male, poi non hai altri cambi. Per me la decisione è più gioca o non gioca, però non è che abbiamo tante opzioni e magari in una situazione estrema non dico che sia impossibile andare in panchina e in una situazione nei limiti, che andrà in campo». L'argentino si è fermato a Rotterdam per un affaticamento all'adduttore destro, ma i tifosi sperano possa ripetere quanto già fatto sempre in Europa nella settimana del doppio confronto con il Salisburgo: affaticamento muscolare nella gara d'andata e gol decisivo al ritorno all'Olimpico giocando da titolare.

Dai pali colpiti che «negano il gioco difensivo della Roma» alla «positività di Abraham all'interno del gruppo» fino alla fiducia nelle alternative, un Mourinho ormai poco attento alle polemiche, ma concentrato totalmente sulla sfida agli olandesi. «Da due giorni che sono qui dentro, sono uscito lunedì per andare a trovare un amico in un albergo. Sono tornato non esco da qua, quello che succede fuori da Trigoria non lo sento. Posso immaginare ma non sento niente. Sono qui tranquillo ma è una tranquillità strana, non è vera, c'è qualcosa 24 ore prima di una partita così».

Prima del tecnico ha parlato anche Cristante nella conferenza stampa di ieri. Il centrocampista giallorosso, subito incalzato, ha «confessato» il motivo dietro la sua insostituibilità: «Vado forte, do il meglio che posso dare. Cerco sempre di dare il mio contributo alla squadra. Faccio quello che devo fare». Sul club, poi, Bryan ci tiene ad elogiare il lavoro dei Friedkin: «Penso che in questo momento ci sia una grande società dietro. Prima era un periodo di transizione, sono arrivato alla fine dell'era e sono arrivati i Friedkin che stanno facendo grandi cose. Hanno preso un grande allenatore e penso che l'insieme delle cose porti a questa crescita societaria».

Ha parlato, come consuetudine, anche il tecnico avversario Arne Slot, che prima della rifinitura del Feyenoord è intervenuto in conferenza stampa. «Credo che tutti quelli che mi conoscono sanno che per me il modo migliore per difendersi è avere la palla. Dobbiamo tenere la Roma lontana dalla nostra porta, loro hanno grandi qualità individuali. Se difendiamo vicino alla nostra porta, rischiamo di concedere calci di punizione, calci d'angolo e rigori. Le palle da fermo potranno fare la differenza, la Roma è pericolosissima da questo punto di vista».

Cresce l'attesa e sale la tensione, ma la Roma è abituata ormai a vivere notti come queste. L'Olimpico sarà da brividi: servono novanta minuti (se basteranno) da ricordare.