Zaniolo, una storia senza mezze misure e con tanti equivoci

10/02/2023 alle 07:54.
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Prima ancora d'essere un calciatore che cambia maglia e vola a Istanbul (dove delizierà o farà imbestialire gli Immaginifici ultras del Galatasaray), prima ancora d'essere una (brutta) storia, Nicolo Zaniolo è un sintomo (in quanto tale, parzialmente innocente). Un compendio esemplare del peggio, sintesi da manuale della patologia che sta ammorbando il pallone italiano. A cominciare dalla vera lebbra, lo smisurato (e sregolato) potere dei procuratori e, di conseguenza, dei loro pupilli. (...) Ognuno ha la sua testa. Ognuno ha il suo ambiente. Per capire, il troppo amore ti può salvare o ti può precipitare. Nicolò è un ragazzo fragile, emotivo, amorale. La sua testa parte come una mongolfiera. Decolla. Due incidenti in sequenza lo riportano a terra. Scopri che il mondo è una gabbia brutale, hai voglia di spaccare il mondo, intanto ti spacchi tu e la tua testa non sa più dove pescare. (...) La notte di Tirana il ragazzo infila con destrezza la porta dell'olandese e torna eroe. Il mondo torna al suoi piedi. Sale sul carro del vincitore, cioè sé medesimo, e festeggia come sempre esagerato al Colosseo. Sono in tanti su quel pullman, in realtà è lui solo. Sbornia e onnipotenza. In un mondo normale sarebbe sensato affrontare l'argomento del rinnovo del contratto a sei mesi dalla scadenza, non due anni prima. Quello del pallone non è un mondo normale. Il tormentone si fa tormento. Nicolò, o chi per lui reclama, cifre che sono spropositi, la società (legittimamente), si domanda. Si domanda? Nicolo o chi per lui si sente sminuito, forse maltrattato. Arriva Dybala e il popolo delira. Delirio oltraggioso. Non ero io la divinità in giallorosso? Tutti tornano a dubitare dì me, anche Mourinho dubita, i tifosi dubitano, lo stesso dubito, ma non io devo sapere. Adesso mi fischiano. Devo cambiare aria, strappare e poi cambiare maglia. (...) Una storia esemplare. Mancava solo una cosa per completare il quadro: la lettera d'amore da pubblicare sui social (un tempo era almeno più costoso, si comprava la pagina di un giornale) al tifosi sedotti e abandonati. Oggi abbiamo anche quella. La lacrima virtuale.

(gasport)