IL TEMPO (E. ZOTTI) - La Roma uscirà dalla Borsa. È l'ennesimo obiettivo centrato dai Friedkin che, alla guida del club giallorosso, non sembrano sbagliare una mossa. Alle 18 di ieri si è conclusa l'Opa lanciata lo scorso 13 giugno: nell'ultimo giorno disponibile per aderire all'offerta la società ha rastrellato più di 8,3 milioni di azioni - oltre 5,8 milioni di azioni dalle adesioni e ulteriori 2,5 milioni acquisite tramite Equita Sim - che hanno fatto arrivare i texani a detenere il 95,913% del capitale sociale. Entro metà settembre dunque, i giallorossi lasceranno la Borsa dopo oltre 22 anni.
Adesso si procederà allo “squeeze out”: i Friedkin si avvarranno del diritto di acquistare le azioni residue. Il traguardo è stato raggiunto grazie allo sforzo della società che, nell'ultima settimana, ha alzato il premio economico da 0.43 a 0.45 ad azione. Gioiscono anche gli azionisti che avevano già scelto di vendere le proprie quote per beneficiare dei vantaggi del Loyalty Program, studiato dalla Roma per incentivarne la cessione. In base al numero di azioni vendute, si potrà accedere ad una serie di iniziative riservate.
Il Delisting consentirà al club di muoversi in maniera più dinamica, senza dover rispettare alcuni paletti. D'ora in poi infatti non ci sarà più l'obbligo di rispettare numerosi iter burocratici. Le novità riguardano anche il calciomercato. Dopo l'uscita dalla Borsa non sarà più necessario rispettare alcuni vincoli, come la pubblicazione dell'ingaggio annuale di un giocatore al momento del suo acquisto. Un dettaglio che, non a caso, non era presente sui comunicati riguardanti gli acquisti di Celik e Dybala.