IL TEMPO (E. ZOTTI) - Vietato pensare al derby. José Mourinho non vuole distrazioni prima della gara di questa sera contro il Vitesse, valida peril ritorno degli ottavi di finale di Conference League. Passare il turno e mantenere viva la possibilità di portare a Trigoria un trofeo afine stagione almomento sembra esserel'unica priorità del portoghese, che nella conferenza stampa pre partita ha evitato l'argomento campionato: «L’unica cosa che mi interessa ora è il Vitesse. Non c’è la Lazio o la partita domenica. Se vinciamo o pareggiamo siamo ai quarti se perdiamo siamo fuori. Mi interessa solo della gara di coppa». Per la Roma si tratta della primo volta in un turno eliminatorio senza il «doppio vantaggio» di aver segnato un gol fuori casa, un cambiamento che non scatena l'entusiasmo del tecnico: «Non lo so se è una regola più giusta o meno giusta. Cambia un po’ il profilo delle partite. All'andata abbiamo giocato con l’obiettivo di vincere, senza al pareggio con il gol. L'abbiamo vissuta come una gara indipendente che volevamo vincere. Sappiamo che domani con un pareggio andiamo ai quarti ma vogliamo vincere la partita. Quando è così si pensa meno alla situazione dei gol». Quando gli viene fatto notare che, a parte Abraham, i suoi attaccanti faticano a vedere la porta l'allenatore controbatte: «Sono giocatori che hanno sempre segnato nella loro carriera o anche prima facevano pochi gol? Non è che alla Roma c'era Lewandowski e all'improvviso non segna più. Non è un problema di qualità ma di profilo». Nessuna anticipazione invece sul possibile turnover rispetto alla gara di Udine. Lo Special One sorride quando gli viene chiesto se Zaniolo verrà risparmiatoin vista della stracittadina, svelando soltanto i cambi obbligati causa squalifiche: «Ha già riposato 25 minuti col Vitesse, perché deve riposare? Da due o tre giorni leggo di Zaniolo che può riposare. Perché lui e non Rui Patricio ad esempio? Zaniolo sta bene, molto bene. Rispetto a Udine cambio Sergio Oliveira, Mancini (squalificati, ndc), tornano Kumbulla e Mkhitaryan...». All'Olimpico sono attesi più di trentacinquemila romanisti sugli spalti. L'ennesima dimostrazione d'amore di una tifoseria che da inizio stagione ha costantemente riempito lo stadio. Un fattore che Mou considera fondamentale: «Per me significa tanto. Nascondo bene le mie emozioni, ma in tutti i miei club ho sempre capito bene la natura della gente. Ogni volta che esco da Trigoria, per andare a casa o a una partita, quando giro per strada, tutti ci salutano. Quando andiamo allo stadio i bambini ci salutano, dopo tanti anni questa cosa continua allo stesso modo a farmi sentire qualcosa di particolare. A volte mi piacerebbe giocare in campo perché i tifosi mi caricano, ma non posso per età e per qualità. Questi tifosi ci appoggiano fin dalla prima partita in casa, sono fantastici».