[...] La squadra di Josè Mourinho viaggia sistematicamente sospesa tra il bene e il male. Raramente domina l’avversario; raramente viene dominata dall’avversario. Una squadra indefinita, a voler essere severi. Una squadra (ancora) in costruzione, a voler essere generosi. Di certo, una squadra non affidabile. Vietato cullare certezze sul suo conto. Vietato dare qualcosa per scontato [...].
Chi sostiene con forza che la squadra non abbia un gioco riconoscibile ha le stesse certezze di quanti sostengono a muso duro il contrario. La Roma generosamente accontenta tutti, a turno. Non dà punti di riferimento certi, consolidati, fissi. Tutto è buono, tutto ha una sua logica: le critiche e/o gli elogi non sono mai gratuiti, hanno sempre un perché. Hanno sempre un senso. Un tempo. E il tutto, in questi casi, certifica l’instabilità, la precarietà della squadra. Il suo vivere, come detto, sospesa tra il bene e il male. Con gioie e dolori effimeri, incerti, ingannevoli per i propri tifosi. Meglio non esaltarsi o arrabbiarsi più di tanto, perciò [...].
(La Repubblica - M. Ferretti)