IL TEMPO (A. AUSTINI) - La stangata è arrivata puntuale. Due giornate di squalifica a José Mourinho, che non potrà guidare la Roma in panchina contro Spezia in trasferta e Atalanta in casa, con annessi 20mila euro di multa, il gm Tiago Pinto fermato fino all’8 marzo, due turni anche all’allenatore dei portieri Nuno Santos, uno al preparatore atletico Stefano Rapetti, punito inoltre con un’ammenda di 5mila euro. È la pesantissima sentenza emessa ieri dal Giudice Sportivo sui fatti di Roma-Verona, unagaradiventata nervosa durante il secondo tempo, finita con l’espulsione di Mourinho per proteste, un acceso confronto con l’arbitro Pairetto proseguito poi a fine gara nel tunnel dell’Olimpico, al quale ha partecipato Tiago Pinto, e un momento finale di chiarimento che ha riportato un po’ di sereno e alleviato le pene. La Roma da oggi studierà a fondogli atti sui quali si è basata la decisione del Giudice Gerardo Mastrandrea ma l’orientamento è già chiaro: verrà presentato ricorso, probabilmente per tutti i tesserati coinvolti. Acominciare da Mourinho, che cerca lo sconto di un turno per sedersi in panchina almeno con l’Atalanta il 5 marzo. Altrimenti saranno 3 su 28 le gare di campionato seguite in tribuna dal portoghese, già squalificato per Cagliari-Roma. Lo Special One paga il dettagliato referto stilato dall’arbitro Pairetto e dal quarto uomo Volpi, che hanno scritto, una per una, tutte le infrazioni commesse dal tecnico. Il Giudice lo condanna per avere, «rivolgendosi al quarto ufficiale,indirizzato gravi insinuazioni al direttore di gara, nonché per essere entrato, all’atto del provvedimento di espulsione, sul terreno di gioco con fare minaccioso contestando platealmente la decisione arbitrale; infine, al termine della gara, nel tunnel che adduce agli spogliatoi, per aver reiterato le suddette insinuazioni nei confronti del direttore di gara mentre cercava di trattenere il proprio direttore sportivo; recidivo». Una motivazione che avrebbe potuto portare anche a tre turni di squalifica. La «grave insinuazione» di Mourinho è aver accusato Pairetto di essere stato mandato ad arbitrare la partita dalla Juventus. Una frase che nel rapporto degli ispettori federali è stata invece attribuita a Pinto:«Non puoi arbitrare così, ti ha mandato la Juventus dove lavora tuo fratello». Ma la frase sarebbe stata pronunciata dal tecnico e non dal dirigente:questa e altre incongruenze saranno alla base del ricorso romanista. Pinto è accusato di aver «affrontato in maniera irruenta l’arbitro e, pur trattenuto dal proprio allenatore, indirizzato allo stesso gravi insinuazioni; sanzione ridotta per aver presentato in un secondo momento formalmente le scuse al direttoredi gara». Nuno Santos paga un «brutto pezzo di m...» gridato all’arbitro, come riportato dagli 007 federali, mentre Rapetti avrebbe urlato contro Bocchetti, ex giocatore ora nello staff del Verona:«Brutto pezzo di m... sei uno st... maledetto, siediti», frase condita da un’espressione blasfema segnalata sempre dagli ispettori della Figc. Intanto ieri è stato ascoltato in Procura Federale Calvarese in merito all’inchiesta aperta dopo la denuncia di Abisso per quanto accaduto al termine di Roma-Genoa, quando l’ex arbitro, ora consulente dei giallorossi, sarebbe entrato nello stanzino del direttore di gara al termine del match per chiedergli cosa avesse scritto nel referto in merito all’espulsione di Zaniolo. Calvarese, che non è un tesserato, ha chiarito la sua posizione, nei prossimi giorni dovrebbe essere ascoltato Tiago Pinto: la Roma rischia un’ammenda. Ma i casi iniziano a diventare troppi.