IL TEMPO (A. AUSTINI) - Vincere con un rigore al 99’ concesso grazie alla Var può sembrare un colpo di fortuna. In realtà mai come ieri la Roma - che sorpassa in un colpo solo Lazio e Fiorentina e aggancia per una notte l’Atalanta quinta con due gare in meno - meritava questa gioia al termine di una partita dominata in casa dello Spezia, con quattro pali colpiti (due da Zaniolo nell’azione che ha poi portato al rigore) e una decina di occasioni chiare da gol sbagliate. Una gara giocata per lunghi tratti dentro la metà campo avversaria, anche grazie all’espulsione prima dell’intervallo di Amian. La somma dei due gialli ha portato a una decisione nel complesso severa ma tecnicamente corretta, Fabbri ha poi deciso la tipica compensazione risparmiando la seconda ammonizione ad Agudelo nella ripresa, per un intervento molto più netto di quelli di Amian. La Roma ha giocato metà partita undici contro dieci ma non si è liberata dei suoi fantasmi fino all’ultimo secondo. Quella maledetta palla non voleva entrare. E quando sembrava finita, col quarto pareggio consecutivo in campionato, dalla sala Var Di Paolo ha giustamente richiamato l’arbitro Fabbri a rivedere sul monitor, in mezzo a giocatori e tifosi dello Spezia inferociti, il calcio piantato da Maggiore sulla fronte di Zaniolo. Un intervento scomposto che ha condizionato la battuta a due passi dalla porta del nr.22 giallorosso, capace di colpire due volte il palo nella stessa azione e di guadagnarsi comunque il penalty della vittoria, calciato da Abraham con rabbia, freddezza e precisione. L’inglese, fin lì, era uno dei protagonisti negativi nella giornata caratterizzata dall’imperdonabile mollezza degli attaccanti romanisti davanti alla porta, unita agli interventi di Provedel in versione Superman. Il portiere ha intuito anche il rigore ma non è arrivato a respingerlo. Sarebbe stato davvero troppo.
Dopo Cagliari Mourinho ha vinto la seconda partita su due da squalificato. Stavolta l’ha seguita addirittura dal pullman, guidando i suoi collaboratori tramite la tecnologia. Da Zalewski titolare a Zaniolo lasciato fuori fino ai soliti cambi ultra-offensivi, l’impronta del portoghese, tutt’altro che lineare, si è vista benissimo lo stesso. E la foto scattata con Tiago Pinto e i suoi assistenti dopo il match è l’immagine del meritato sollievo romanista. Almeno per una volta, il calcio ha fatto giustizia.