LEGGO (F. BALZANI) - Per Albert Einstein «la sfortuna si adatta incommensurabilmente bene al genere umano. Meglio del successo». Nicolò Zaniolo le conosce bene entrambe. Il successo di esplodere a 20 anni in una Roma che giocava in Champions e la sfortuna di doversi operare a due crociati nel miglior momento della sua vita. Il talento giallorosso è uscito da quel tunnel, ma la luce del successo di un tempo è ancora lontana.
In questo inizio di stagione non è riuscito ancora a segnare nonostante gli evidenti progressi fisici mostrati soprattutto nei big match con Lazio e Napoli. Quella che doveva essere l’arma letale di Mourinho si inceppa sempre sul più bello. Gli errori madornali sotto porta col Bodo hanno convinto il tecnico a spedirlo in panchina a Venezia. Serve un segnale. A Nicolò manca quella leggerezza atletica che lo aveva portato in Nazionale quando ancora nessuno conosceva il suo valore.
Lo chiamò Roberto Mancini che dovrà fare a meno del romanista pure contro la Svizzera. Zaniolo ha alzato di nuovo bandiera bianca per un doppio problema a ginocchio e coscia che però non preoccupa la Roma in vista del Genoa. «Purtroppo ha sempre qualche problemino e noi dobbiamo fare attenzione. Poteva essere una partita importante per lui. Non credo abbia bisogno dei miei consigli, ha qualità e deve solo migliorare in tutto e per tutto», le parole del Mancio. Il posto al Mondiale in Qatar, però, comincia a essere a rischio anche se c’è ancora un anno per tornare a spiegare le ali.
E sarebbe una beffa dopo l’Europeo saltato per infortunio. Nel frattempo resterà a Trigoria ad allenarsi agli ordini di un Mourinho ormai accerchiato dai nemici. Ieri il quotidiano catalano La Vanguardia lo ha addirittura definito «Il Mussolini portoghese che ormai è scaduto». Il tecnico si aspetta rinforzi dal mercato. Il primo potrebbe essere Zakaria per il quale però si registra la forte concorrenza di Juve e Dortmund.