IL TEMPO (V. CONTI) - L’effetto Special One sui giallorossi in tempo di Covid fa sognare. Ma nemmeno la notizia dell’arrivo di Mourinho alla Roma ce la fa a cancellare quel colpo al cuore. Di nuovo una giungla. La vegetazione incolta inghiotte ogni angolo di Campo Testaccio, l’ex glorioso stadio della As Roma nel rione storico della città che a luglio spegnerà 100 candeline. Lì dove giocò dal 3 novembre 1929 al 30 giugno 1940. Un campo progettato sul modello di quelli inglesi, che ospitava 20mila spettatori, con le tribune verniciate con i colori della squadra, abbattuto a ottobre del 1940 e "risorto" nel 2000.
Davanti al cancello che incornicia l’ennesimo sfondo di degrado incombente, va in scena la sosta selvaggia delle auto. Poi sporcizia e inciviltà, un copione noto ai residenti. La targa a Filippo Leonardi, presidente dell’As Testaccio, oltraggiata, gabbiotti divelti, cumuli di rifiuti ovunque. Oltre le grate un paesaggio desolante. La gloria è andata a farsi benedire da un pezzo. Il Dipartimento capitolino Sport, il 31 marzo ha ricevuto una proposta da parte di un soggetto privato. «Si tratta di un progetto sportivo», ha fatto sapere l’ex assessore comunale Daniele Frongia nella lettera scritta alle associazioni del quartiere. Chiarendo successivamente che «la pratica andrà avanti solo se sarà un progetto ben articolato e a favore della cittadinanza e degli interessi del rione». «In modo concertato», dunque. All’indomani del sit-in del Pd dinanzi lo storico campo della Roma.
Con Yuri Trombetti, responsabile Casa della sezione romana del partito, a tuonare: «Siamo stanchi, e daremo battaglia se sarà necessario. Non è accettabile mettere all’asta una struttura di un peso storico come questa». Pure Fratelli d’Italia si è fatta sentire bollando come «fantasiosa» l’operazione «di finanza di progetto che intende mettere in piedi il Campidoglio per un impianto storico come Campo Testaccio, che rischia di stravolgere e di distruggere definitivamente un patrimonio ed un vessillo imprescindibile per la città», hanno evidenziato il capogruppo di Fdi alla Regione Lazio, Fabrizio Ghera, i consiglieri capitolini del partito della Meloni, Andrea De Priamo e Francesco Figliomeni, il consigliere del I Municipio, Stefano Tozzi, e il delegato per lo Sport a Roma, Alessandro Cochi. «Vogliamo il campo a 11 perché vorremmo fare la pratica sportiva anche ai disabili», spiega Goffredo Taricone, presidente dell’associazione Testaccio in Testa. Non è tutto. «Abbiamo sei squadre e andiamo sempre a giocare fuori casa, dalla Garbatella in poi. Ci costa intorno ai 50-60mila euro l’anno di affitto», racconta Franco Bordoni, dell’As Testaccio. La palla alla politica, ancora. Attendendo segnali di fumo.