Le squadre dovranno "vincolarsi". Un giudizio "etico" segnerà i ribelli

23/04/2021 alle 09:31.
ceferin-2021

Dai costi da contenere all’anticipo della 2024. Dalla distribuzione delle risorse al rapporto con l’Ue. Oggi, nell’Esecutivo straordinario, si comincia: in agenda le sedi dell’Europeo e un primo punto sul post-Superlega.  A e non sarà sbarrata la strada delle prossime coppe. Ma per il “figliol prodigo” niente feste, come ha detto Ceferin. La Superlega è morta, ma meglio non illudersi. Come una fenice, si ripropone ciclicamente: nel ‘91 ( nacque la ), nel ‘98 ( con 4 club dei campionati top), nel 2008 (idea del G14) e adesso. A Nyon non vogliono più ripetere settimane così. Sarà dura accettare la “vecchia” per i prossimi tre anni. Non che non sia bella, ma la presentazione della nuova (a 36) e i lustrini della Superlega hanno distratto l’attenzione. L’Uefa sta pensando a un anticipo. I contratti fino al ’24 sono già firmati, ma si possono aggiornare. Il problema è il calendario. Il Mondiale a novembre/dicembre 2022 limita le date. Le soluzioni però non mancano, l’obiettivo sarebbe il via nel 2022-23. Non è ipotizzabile una nuova distribuzione dei ricavi . Il ciclo 2018-21 prevede un fatturato annuo di 3,2 miliardi. Ai club dei tornei va il 78% (2,5 miliardi). Il restante 22% si compone di solidarietà per gli altri club (7%), costi organizzativi (9%) e investimenti Uefa per donne, giovani etc (6%). I club saranno più liberi di investire, ma le spese non dovranno più essere sprechi. Se la tassa sul lusso si può fare, per il salary cap servirebbe un accordo a prova di Ue: ma in un’Europa fondata sulla libera concorrenza non è facile.

(gasport)