MILANO FINANZA (F. BERTOLINO) - Il lungo incontro dell'altro ieri a Torino fra Andrea Agnelli e Florentino Perez ha sollevato interrogativi in Italia e all'estero fra i molti osservatori interessati. Che cosa si sono detti il presidente della Juventus e dell'Associazione dei club europei (Eca) e il patron del Real Madrid? Secondo indiscrezioni non smentite, i due hanno vagliato fra l'altro il progetto di creare la famigerata Superlega, un torneo privato e riservato ai grandi club d'Europa.
Voci sul progetto ritornano ogni qualvolta, come in queste settimane, Uefa, Eca e Associazione delle Leghe Europee discutono della riforma delle competizioni continentali e soprattutto della ripartizione dei relativi introiti fra e all'interno dei campionati nazionali. Per alcune fonti, insomma, la Superlega e un'ipotesi irrealizzabile, nulla più di una minaccia negoziale utilizzata dai grandi club per incassare una quota sempre maggiore dei proventi della Champions League. Per altre fonti, invece, complice lo sconquasso finanziario causato dalla pandemia, le grandi starebbero davvero accarezzando l'idea di creare una Nba del calcio europeo con il sostegno politico della Fifa e l'appoggio finanziario di Jp Morgan e% di fondi di private equity.
Gli ostacoli all'operazione restano enormi, forse insormontabili. Se mai dovesse vederla luce, pere, la Superlega avrebbe conseguenze dirompenti sulla Serie A e con ogni probabilità anche sulle trattative in corso con i fondi interessati a rilevare per 1,7 miliardi il 10% della media company del campionato italiano. Il torneo privato delle grandi europee svuoterebbe le competizioni domestiche di buona parte del loro fascino sportivo e finanziario, cristallizzando il dominio di 16 club sul calcio europeo. Non a caso le leghe nazionali sono da sempre contrarie al piano, in passato definito «inaccettabile» dal presidente della Lega Serie A Paolo Dal Pino. Ciononostante in via cautelativa i fondi di private equity interessati a rilevare il 10% della media company del massimo campionato italiano avevano proposto una clausola anti-Superlega al fine di tutelare il valore della Serie A e quindi del proprio investimento. L'inserimento della clausola nel contratto definitivo sarebbe tuttora oggetto delle trattative fra la cordata Cvc-Advent-Fsi e la commissione negoziale dei club guidata proprio da Agnelli. Dopo tanto impegno per trovare un accordo con i fondi - si fa notare - è difficile immaginare il varo di un'iniziativa che rischierebbe di farlo saltare. La logica porta dunque di nuovo a ritenere poco probabile l'imminente nascita della Superlega nonostante le forti pressioni dei grandi club inglesi e spagnoli. A giorni comunque, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, sono attese novità rilevanti in un senso o nell'altro. Nel frattempo ieri la Serie B è tornata a scrivere a Dal Pino per chiedere un incontro e per diffidare la Serie A e i suoi club da eventuali ripartizioni fra i partecipanti al campionato di parte del prezzo di cessione del 10% della media company. Sul punto lo scontro fra le due Leghe è aspro, alcuni club di Serie A non hanno gradito la manifestazione d'interesse recapitata direttamente dagli stessi fondi alla Lega cadetta e non avrebbero mancato di farlo presente alla cordata guidata da Cvc. Oggi, in ogni caso, l'assemblea dei presidenti procederà alla costituzione della media company e all'elezione dei sei rappresentanti della Serie A oltre che al rinnovo dei vertici di Lega