IL PUNTO DEL SABATO - ZAZZARONI: "Sconfitta scioccante". MASALA: "Roma incompiuta senza fine". CARMELLINI: "Senza cuore, testa e coraggio"

16/01/2021 alle 10:46.
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LAROMA24.IT - La Roma viene annientata 3-0 dalla Lazio nel derby, una sconfitta che Ivan Zazzaroni sul "Corriere dello Sport" definisce "scioccante". Per Andrea Masala della "Gazzetta dello Sport" i giallorossi hanno perso "una grande occasione": "la scalata della Roma si trasforma in una tela di Penelope, un’incompiuta senza fine". Chiude il commento di Tiziano Carmellini sul "Tempo": "La Roma non ci mette né cuore, né testa, né tantomeno coraggio e si consegna mani e piedi ai rivali".


Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.


LA GAZZETTA DELLO SPORT (A. MASALA)

[...] Nel ricco anticipo all’Olimpico, la Roma esce a pezzi dal derby: la Lazio è cinica, precisa, non perdona nulla e sul più bello fa rivedere gli abbaglianti flash che l’avevano lanciata prima di sgonfiarsi con la sosta per il Covid. Complimenti per lo show a Inzaghi, Immobile e soci. Troppi dubbi restano sulla Roma, uscita provata dal venerdì di passione. Poteva rinforzare il ruolo di terza o quarta forza del campionato, ha perso una grande occasione. Fonseca ha ottenuto con merito e diversi rimpianti tre pareggi contro Milan, e , segnando almeno due gol: non ci sarebbe niente di strano se occupasse in pianta stabile il podio. E invece ogni tanto ci scappa il vuoto d’aria: la sua scalata si trasforma in una tela di Penelope, un’incompiuta senza fine. La Roma avrebbe potuto sfruttare anche il calendario, dato che domani a San Siro non c’è uno spareggio, ma quasi. [...]


IL MESSAGGERO (A. MORETTI)

Se lo prende la Lazio nettamente il derby mai visto (quello che ricorderemo come il Lazio-Roma deserto). Lo perde male la Roma, questo appuntamento. Ma se questo è il copione scritto ieri sera dai gol di Immobile e Luis Alberto o dagli errori di Ibanez, c'è un sottotesto riguardante l'inaudito che come capita da quasi undici mesi ci tocca in sorte. Un gioco di sottrazioni e di urla strozzate in gola (i boati mancati delle curve). Un prima e un dopo. Anche della serata di ieri.

«Spero che un derby così non ritorni mai più...». Chi ha avuto in sorte di esserci, pochissimi, 500 più o meno e (quasi) tutti per motivi autocertificati di lavoro forse se la ricantava così in testa Nel blu dipinto di blu. E il risultato, con quell'auspicio, per una volta, non c'entrava niente. Stonava tutto, in questo silenzio. Certi petardi che senti forti e chiari dentro l'Olimpico vuoto come mai è stato per un Lazio-Roma; quei gruppi di tifosi che si assembrano per le strade come fossimo in altri tempi, non quelli in cui anche Roma - la città - e il Lazio - la regione - stanno per tornare arancioni. [...] Con il risultato che fa classifica, nel bene (per Inzaghi che si rilancia) e nel male (per Fonseca che non riesce proprio a battere una grande), i 500 della partita che nessuno dimenticherà se ne sono tornati a casa. [...]


CORRIERE DELLO SPORT (I. ZAZZARONI)

Quando Manuel Lazzari si ritaglia una serata alla Simonsen e Luis Alberto non si accontenta di un solo gol; quando Immobile è lmmobildream e la Roma si dimentica troppo in fretta di sé (Pau Lopez più tante anime in transito), il derby più sentito di sempre, nel senso che grazie ai vuoti dell'Olimpico l'abbiamo più ascoltato che visto, non può che concludersi con il trionfo della Lazio. Un trionfo spesso accarezzato, sognato e in gran parte preparato. Inzaghi sperava di giocare e vincere proprio cosi: lasciando la fatica della partita alla Roma e prendendosi con merito i tre punti. In effetti la Lazio ha potuto e saputo investire sui tanti errori dell'avversario (non un'esclusiva di Ibanez), su una superiorità atletica impressionante e sulla sua principale qualità, riassumibile nella perfetta combinazione di tre fasi: copertura degli spazi nei trenta, trentacinque metri davanti a Reina, recupero del pallone e ripartenza a folle velocità.

Nella prima mezz'ora sembrava di assistere al match tra due pugili nel quale uno, la Roma, provava ad attaccare di pura scherma, ricorrendo a una serie di diretti e ganci timidi, e montanti, senza però riuscire a far male. Mentre l'altro, senza troppi riguardi e dopo una lunga serie di facili schivate, sfruttava la guardia lenta, anzi lentissima, dell'avversario per sferrare l'uno-due stordente (discutibile l'assegnazione del secondo gol: la posizione di Caicedo, praticamente sulla linea di Pau Lopez, è sembrata irregolare).

Non è mai stato un derby, non c'è mai stata partita: una volta di più la Roma non è stata capace di battere una delle prime sei forze del campionato. Ed è proprio da qui che deve partire la riflessione di una società in piena fase di rinnovamento: è necessario che ragioni sull'incidenza e la partecipazione di (si può parlare di dipendenza, ma con accenti tutt'altro che positivi) e sulla capacità di Fonseca di leggere e cambiare in corsa la partita. La sconfitta è stata scioccante. Ma visto che la classifica è ancora viva e interessante, i Friedkin dovrebbero provare ad aggiungere qualcosa sul piano della personalità e del coraggio: penso ad esempio a un soggetto come Papu Gomez che alla squadra garantirebbe l'accensione ideale. Questo derby-non-derby può dunque servire a entrambe: restituisce alla Lazio la coscienza di sé e mette la Roma di fronte allo specchio meno deformante.


IL TEMPO (T. CARMELLINI)

Solo la Lazio. La squadra di Inzaghi domina il 153°derby delle capitale, il primo dell’era Covid e rilancia le sue ambizioni in campionato. La Roma non ci mette né cuore, né testa, né tantomeno coraggio e si consegna mani e piedi ai rivali cittadini che la demoliscono pezzo per pezzo sfruttando tutte le debolezze di un gruppo che sembrava pronto al decollo e invece torna bruscamente con i piedi per terra. La strada per Fonseca & Co. sarà lunga e molto tortuosa e forse mangiare un po’ polvere non farà male a chi pensava di essere già tra le stelle: così non è. La Lazio riprende la sua strada fatta di cose concrete: decidono i gol di Immobile e la doppietta di Luis Alberto migliore dei biancocelesti che non vanno oltre nel punteggio solo grazie alla buona serata di Pau Lopez (uno dei pochi giallorossi a salvare la faccia).

Lotito se la ride, i Friedkin assaporano per la prima volta tutta l’amarezza del derby della capitale: anche questo servirà alla nuova società per fare il punto e capire che direzione prendere. La loro squadra non ci mette gli attributi, non ha cattiveria e conferma il trend stagionale: non ha mai vinto contro una big, che qualcosa vorrà pur dire... o no!?. [...] Inzaghi conferma in blocco gli undici biancocelesti che la settimana scorsa avevano espugnato Parma con Caicedo al fianco di Immobile e Correa in panchina. Tra i pali c’è Reina unico laziale ad esordire in un derby della Capitale. Discorso simile sulla sponda giallorossa con Fonseca che non cambia il gruppo visto nelle ultime uscite. C’è anche Smalling che sembrava in dubbio alla vigilia per una botta rimediata alla caviglia: ma l’inglese ha stretto i denti per esserci. Tra i giallorossi sono addirittura quattro gli esordienti: Mhkitaryan, Villar, Ibanez e Karsdorp.

Era la sfida tra le due squadre che in serie A segnano di più nei primi quindici minuti di gioco e la Lazio non tradisce la tradizione. O sarebbe meglio dire che la Roma consegna ai «padroni» di casa il gol del vantaggio dopo quindici minuti di gioco. Ibanez fa una cosa da arresto, invece di darla indietro a Pau Lopez sull’attacco di Lazzari, si inalbera in un inutile dribbling che innesca l’affondo implacabile di Immobile: il bomber napoletano segna il suo settimo gol alla Roma e fa decollare la Lazio. A Inzaghi si mette nel verso giusto, perché la sua squadra si ritrova nella condizione ottimale di poter aspettare e chiudersi lì dietro, mentre la Roma inizia il suo sterile possesso palla che porterà alla fine della gara a un triste bilancio: due soli tiri in porta di che sbaglia clamorosamente sotto misura. Per il resto la Lazio è padrona, ha più cuore e voglia e agguanta il raddoppio su un’altra enorme ingenuità della difesa giallorossa che va in bambola ad ogni affondo biancoceleste. Il 2-0 portala firma di Luis Alberto ma sulla dinamica del raddoppio le moviole avranno pane per i loro denti. Incomprensibile se Ibanez tenga in gioco Caicedo o no, ma di certo l’attaccante laziale partecipa all’azione. Ma per come andrà a finire cambierà ben poco: nessun alibi per i giallorossi tritati dalla Lazio.

Nella ripresa Fonseca prova a cambiare mette dentro Pedro per Veretout e poi Villar (?) per Cristante mostrando di essere in bambola anche lui. La cosa infatti non cambia e la Lazio dilaga nella seconda parte di gara con Lazzari che asfalta Ibanez dalla sua parte e la coppia Immobile-Luis Alberto che ad ogni affondo rischiano di far male ai giallorossi. Arriva così il meritato terzo gol laziale che porta la firma ancora di Luis Alberto. Finisce così, perché la Roma non c’è più e i biancocelesti possono fare ciò che vogliono. Bilancio senza storia: ha vinto la Lazio perché ha capito che partita doveva giocare, ha sfruttato tutte le debolezze di una Roma ancora in via di formazione e l’ha punita: pesantemente. Ora le prospettive delle due squadre di Roma cambiano. La Lazio col vento in poppa corre per tornare lì dove deve stare tra le prime del campionato, i giallorossi dovranno leccarsi le ferite e fare l’unica cosa che possono in questo momento: dimenticare rapidamente questa sconfitta dolorosissima.