Calcio, addio allo sbarco dei mille. E ora la Lega di A chiede aiuto allo Stato

25/10/2020 alle 16:57.
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REPUBBLICA.IT (F. BIANCHI) - Gabriele Gravina e Paolo Dal Pino, sino all'ultimo, hanno tenuto i contatti con i ministri Speranza e Spadafora: niente da fare, oltre a piscine e palestre chiuse (e Spadafora si era battuto molto la scorsa settimana, va riconosciuto), ora c'è un altro giro di vite sullo sport intero. Niente 1000 spettatori negli stadi e 200 nei Palazzetti. Per la serie A lo sbarco dei mille serviva solo come un segnale agli sponsor, non era certo fonte di incasso visto che entravano solo gli invitati. Per la serie B un grosso danno gli stadi vuoti. "Di questo passo la Lega Serie B muore e le società dovranno chiudere", il presidente della Lega B Mauro Balata lancia l'allarme sulle disastrose ricadute che le società avranno dalla mancanza di sostegno in un momento così drammatico per l'economia. "Non è tollerabile che società virtuose che, stando agli ultimi dati contribuiscono con la contribuzione fiscale e previdenziale per ben 130 milioni di euro l'anno, siano lasciate al proprio destino. Si tratta di piccole-medie imprese che danno lavoro a dipendenti subordinati, fornitori, collaboratori, gestori di servizi che, di fatto, sono state escluse, da ultimo, anche dalla norma di cui all'art. 26 del recente decreto-legge 77/2020 di conversione del cd decreto Rilancio 1", spiega Balata. Per la serie C era qualcosina avere un po' di spettatori, visto che alcuni club, medio-piccoli, i mille tifosi non li facevano nemmeno prima. Ora zero.

Anche Ghirelli ha lanciato l'sos al governo. Un danno enorme per tutti. Sinora la serie A ci ha rimesso circa 500 milioni (fra biglietti, sponsor, merchandising) ed è pronta a chiedere aiuto allo Stato: sgravi fiscali e un ristoro economico come altre categorie danneggiare. Il mondo dello spettacolo, cui si paragona il calcio, ha avuto sinora 70 milioni. Ma i club di calcio sono società per azioni a scopo di lucro (tre sono quotati in Borsa): ci potrebbe essere il rischio, secondo alcune interpretazioni, del reato di aiuti di Stato? Certo, i club ci rimettono (e ci rimetteranno tantissimo, compreso quelli che giocano in Europa) ma i calciatori non cedono un euro di quello che guadagnano. Almeno per ora. Situazione non facile.

La Lega di serie A sperava di avere qualche spettatore per le ultime due giornate della passata stagione, giusto per fare un test. Niente. Si sperava in una apertura limitata, intorno al 25-30 per cento della capienza degli impianti, verso metà ottobre, col derby di San Siro (si era sbilanciata anche la sottosegretaria Zampa, idolo di chi voleva riaprire gli stadi...): niente da fare. Adesso, addio allo sbarco dei mille. Inutile fare previsioni per i futuro. Gravina, da tempo, lavora molto, come sempre, ma parla pochissimo (il ct Mancini impari da lui) e non sbilancia.
Logico che in questa situazione si debba pensare anche ad un piano B: in Lega di serie A studia una eventuale bolla stile Nba. In primavera si era pensato di concentrare le squadre in una città, e farle giocare su due-tre impianti, di Regioni (Toscana, Lazio, Campania, meno toccate dalla pandemia). Ora, vista la situazione, è più complicato. Figuriamoci De Luca se gli mandano a un paio di squadre...

Per la Figc, l'unico piano B sono i playoff. Altre alternative, al momento, non sono contemplate. Gabriele Gravina, n.1 del calcio, ha sempre saputo tenere la barra dritta con forte senso di responsabilità. In ottimi rapporti col ministro Spadafora e con Paolo Dal Pino, presidente della Lega di A, è stato elogiato anche da Gianni Infantino, il numero uno del calcio mondiale, perché l'Italia è stata l'unica Nazione (importante) a fare ripartire la scorsa estate tutti e tre i campionati professionistici (serie A, B e C), e a farli concludere. Cosa non facile.

Ora forse è ancora più dura arrivare alla fine della stagione (la serie A, come noto, dovrebbe chiudere il 23 maggio perché dopo ci sono gli Europei). In B, C e D sono già moltissime le partite rinviate. In A è un problema serio di date, e di rischio Asl. Francesco Ghirelli, presidente della Lega C, ha chiesto aiuto a Dal Pino: "La pandemia è democratica siamo tutti nella stessa situazione, in Italia e nel mondo. E tutto ciò ci spinge a guardare come gli altri affrontano l'emergenza. Nel guardarmi intorno mi colpisce il gesto della Premier League: 20 club che stanziano 50 milioni di sterline per finanziare le categorie minori. Per permettere loro di sopravvivere. In una frase: un grande gesto di solidarietà".

In Italia è già prevista la solidarietà: i soldi dei diritti tv della Lega maggiore finiscono anche alle altre Leghe per il 10 per cento (134 miioni di euro). E poi la Premier League ha un giro di affari di tre miliardi all'anno, difficile fare paragoni col nostro campionato che fattura la metà. La Lega di B ha chiesto chiarimenti a Dal Pino in merito all'operazione Fondi: forse qualche presidente si è dimenticato che se la Lega A riesce a guadagnare di più dai diritti tv (ora sono 1400 milioni all'anno) è un vantaggio per tutti. Anche per i cadetti...

Il mondo del calcio dovrebbe fare sistema, se vuole uscirne. Fra Giovanni Malagò, presidente del Coni, e Gravina pare ci sia un riavvicinamento (e questo sarebbe davvero positivo). Ma se l'operazione Fondi non va a buon fine qualche club di serie A rischia di portare i libri in tribunale. Ci vuole coraggio a guardare al futuro, e qualche presidente forse dovrebbe cominciare a pensare che esistono anche gli altri.

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