IL TEMPO (F. MAGLIARO) - L'iter che porterà al voto non è ancora iniziato - a chiudere i documenti mancano gli atti di Città Metropolitana (Giunta Raggi) e Regione Lazio (Giunta Zingaretti) che latitano da un mese - ma la guerra politica dello Stadio della Roma è già in pieno svolgimento. «Entro l'anno», «entro mandato», «ci sono cose più importanti» sono le posizioni dentro i 5Stelle: nella lotta fra Virginia Raggi e un pezzo dei suoi, Tor di Valle è terreno di scontro aperto. Poi ci sono gli altri: la Lega voterà a favore. E saranno due i voti: Davide Bordoni, invischiato in una tranche dell'inchiesta Rinascimento, quasi certamente voterà visto che l'indagine che lo riguarda non verte sullo Stadio e, con il collega di partito, Maurizio Politi, voterà a favore. Del resto, Matteo Salvini nei manifesti («sì allo Stadio della Roma») e il commissario della Lega a Roma, Claudio Durigon, hanno espresso un netto via libera politico. E anche il Pd, in realtà, ci pensa, non fosse altro che per non lasciare alla Raggi l'intestazione del progetto: «Tor di Valle è un progetto nostro - spiega il capogruppo Giulio Pelonzi chiarendo il caos successivo alle sue dichiarazioni di due giorni fa che sembravano schierare i Dem per il "no" - e se la Raggi non lo avesse stravolto, saremmo già all'inaugurazione. Sì allo Stadio lo abbiamo sempre detto: abbiamo acquisito tutte le carte e le stiamo studiando. Se e quando la Raggi avrà i numeri per portarlo in Aula, valuteremo la posizione del partito». Che se non è un «sì» aperto, poco ci manca e risponde così alla stessa Raggi che, annunciando il voto entro Natale, ha ripetuto ieri che «il Pd non vuole lo Stadio». Già, i numeri: il vero quesito è se la Giunta i numeri li abbia ancora. A parte i tre «no» dichiarati - Stefano Fassina, Cristina Grancio e Monica Montella - i dubbi sono sul gruppo pentastellato dove, si registrano molti mal di pancia come quello di, Enrico Stefano, presidente della Commissione Mobilità, che critica i lavori fatti su via Sistina dal I Municipio ma di fatto attacca la Raggi che, pochi giorni fa, quei lavori aveva esaltato intestandoseli. Uno che era dato per dubbioso, è Carlo Maria Chiossi, da ieri presidente della Commissione Urbanistica, di provata fede laziale: «Credo che la commissione Urbanistica se la potrebbe cavare con una seduta. Ci sono le due diligence fatte fare dalla sindaca che ho già potuto visionare, e ci confermano che tutto è regolare dal punto di vista amministrativo», ha detto a Gli Inascoltabili su Nsl Radio, annunciando poi che «Il mio voto a questo punto sarà un voto favorevole» e «sicuramente l'approveremo entro la fine del mandato».