IL TEMPO (S. NOVELLI) - C'è davvero qualcosa di folle in quest'ultima estate targata Virginia Raggi. O almeno della prima era grillina alla guida del Campidoglio. La foto qui accanto dell'ennesimo incendio che a causa di incuria e degrado ha oscurato il cielo della Capitale nella tarda mattinata di ieri, è emblematica di una deriva soprattutto politica che rischia di trasformare un momento importante di confronto, come la campagna elettorale, in una guerra senza prigionieri. Dall'«amo» lanciato due giorni fa dal vice presidente della Regione, Daniele Leodori su una possibile alleanza con i Cinquestelle ma senza Raggi in corsa per il bis (che ha fatto insorgere mezzo - ma non tutto - Pd romano), all'imbarazzante «euforia» di alcuni esponenti grillini per l'approvazione in giunta della convenzione urbanistica finale sul progetto dello Stadio della Roma. È questo, secondo alcuni esponenti grillini, il trampolino di lancio per il Raggi bis. Possibile che di tutte le virtù della «super Virginia» la porta di ingresso al secondo mandato sia lo Stadio della Roma? Un progetto che viene ben prima della giunta Raggi, bloccato per anni proprio dai grillini e sul quale è in corso un processo che vede coinvolti autorevoli esponenti pentastellati. Questo sì, è lo «stadio finale» dell'era Raggi. Il bis? Grazie, basta così.