Il cerchio ha già iniziato a stringersi intorno all’allenatore Paulo Fonseca. Nervosissimo, sconsolato. A Trigoria è insistente l’idea che qualcosa nel metodo di lavoro del tecnico sia cambiato: «È andato in confusione» dicono. Tutti ora gli chiedono un ulteriore passo indietro, mettere in sicurezza la squadra, magari cambiando modulo (lui studia da settimane una difesa a 3 stile Inter, Atalanta e Lazio). Ma è già un’ultima spiaggia.
Il nuovo alibi della squadra è la mancanza di stimoli. Come se dicessero: perso il quarto posto, che giochiamo a fare? Molti magari lo pensano davvero, altri sembrano spauriti, disorientati dalla scelta del tecnico di mandarli inaspettatamente in campo. L’implosione sportiva ha prodotto uno tsunami anche a livello economico-finanziario. La Roma è una macchina che produce perdite: costa come se giocasse la Champions ogni anno, invece è prossima a fallire la qualificazione per la seconda stagione di seguito. Milioni di costi ingiustificati e spesso sprecati ingolfano un bilancio destinato a chiudere con 160 milioni di rosso, il peggiore della storia recente. Dan Friedkin, che a dicembre aveva quasi preso la Roma, non è più un’opzione prioritaria. Ma qualcuno gli suggerisce di aspettare, perché anche l’offerta al ribasso avanzata già prima del lockdown potrebbe convincere Pallotta. Oltre a Trigoria, le decisioni viaggiano tra Boston e Londra, feudo del consulente Franco Baldini: un altro dei grandi equivoci. Il mercato lo decide lui, detta la linea ai procuratori, imbastisce trattative, cerca acquirenti. Ha rallentato la cessione di Under al Napoli, convinto di poter far più soldi vendendolo in Premier.
Il Piano A che prevedeva di giocare la prossima Champions e tenere tutti i big è quasi sfumato, legato solo all’eventuale vittoria dell’Europa League. Già si lavora sul Piano B: senza Champions, probabile un sacrificio eccellente, la Juve vorrebbe Zaniolo o Pellegrini. Ma il rischio oggi è il Piano C, ossia un anno senza coppe.
(La Repubblica)