490 milioni più 85 di ricapitalizzazione. Questo l'ammontare dell'ultima offerta presentata da Dan Friedkin per rilevare la Roma, proposta respinta al mittente dal presidente James Pallotta. Ma il prezzo proposto dal texano è aderente alla realtà? La valutazione d’impresa redatta di recente da Kpmg sembra dargli ragione
Friedkin aveva sottoscritto a dicembre con Pallotta, titolare dell’86,6% della Roma attraverso la As Roma Spv Llc, un contratto di esclusiva per l’acquisto della maggioranza. A causa del Covid-19 l’acquirente ha riformulato l’offerta: 575 milioni, di cui 490 come enterprise value e 85 di ricapitalizzazione. L’enterprise value è la valutazione aziendale di una società ed equivale alla somma degli apporti di capitale dei soci (equity) e dei debiti. Tenuto conto dei debiti della Roma, pari a circa 300 milioni, il valore “grezzo” attribuito da Friedkin è di 190 milioni. Offerta in linea con i fondamentali economico-finanziari della Roma.
Secondo Kpmg la Roma valeva al 1° gennaio di quest’anno 602 milioni. La stessa società di consulenza ha stimato una svalutazione media per i club del 20-25% (con un’incidenza maggiore per quelli che dipendono di più dal player trading e che sono più indebitati) come conseguenza dello stop per l'emergenza coronavirus. Nel caso della Roma, la valutazione attuale si è ridotta attorno ai 450 milioni, che potrebbe tendere verso i 500 mettendo nel conto il progetto-stadio. Spiega Andrea Sartori, global head of sports di Kpmg: «Bisogna sempre fare distinzione tra il concetto di valore e quello di prezzo, che spesso differiscono. Se parliamo di valore d’impresa, allora l’ultima offerta di Friedkin così come illustrata dai giornali è a mio avviso una valutazione aderente alla realtà. Ciò che va a impattare molto sul valore finale è il progetto dello stadio: quanto è più alta la probabilità di una sua realizzazione, tanto più è destinato ad aumentare il prezzo di transazione. Ovviamente anche la volontà e l’eventuale necessità di vendere avrà un impatto finale sul prezzo».
Intanto l’advisor Goldman Sachs ha ricominciato a inviare il dossier Roma in tutto il mondo, dall’America (si fa il nome di Joseph DaGrosa, presidente del Bordeaux) ai territori arabi.
(Gasport)