LEGGO (F. BALZANI) - Centoventisei partite in cinquanta giorni tra 12 turni di campionato, 4 recuperi e due di coppa Italia. La mini stagione ideata dalla Lega tra il 13 giugno e il 2 agosto per concludere il campionato - che probabilmente otterrà il via libera la prossima settimana - è un tour de force mai visto prima nella storia della serie A. Almeno 4 i turni infrasettimanali e tanti i giocatori che impiegheranno del tempo prima di tornare in forma dopo 60 giorni di lockdown a casa. Preparatori e fisioterapisti prevedono una catena di infortuni (i primi a cadere sono Pau Lopez e Manolas). Per questo la Fifa ha dato il via libera alle 5 sostituzioni a partita anche se per evitare interruzioni del gioco, ogni squadra avrà solo tre opportunità per effettuare i cambi. La Bundesliga ha accettato, e pure la serie A è orientata verso il sì. Una decisione che ribalta i pronostici per lo sprint finale nella corsa scudetto, Champions e salvezza. E favorisce inevitabilmente le squadre più ricche. I club con una rosa più ampia e di qualità avranno, infatti, vantaggi enormi.
In prima fila c'è ovviamente la Juventus che solo con gli uomini in panchina potrebbe schierare un'altra squadra da scudetto: da Higuain a Cuadrado passando per Douglas Costa, Khedira e Bernardeschi. Sarri ha l'imbarazzo della scelta per il nuovo turn-over spalmato sui 90 minuti e senza Champions visto che le competizioni europee si giocheranno ad agosto. Discorso diverso per la Lazio che è lontana appena 1 punto dai bianconeri e che può contare su una rosa ridotta a 21 giocatori totali. Per questo Inzaghi potrebbe coinvolgere qualche giocatore della Primavera mentre Conte grazie al mercato di gennaio dell'Inter avrà maggiori uomini a disposizione. Nella lotta Champions potrebbe risalire il Napoli che può contare su una rosa più lunga rispetto a Roma e Atalanta e che quindi avrà maggiore possibilità di scelta. I bergamaschi sono quelli che pagano maggiormente lo stop visto che la loro stagione è stata interrotta nel periodo migliore.
Le cinque sostituzioni però non piacciono a tutti. Per esempio Zibì Boniek, presidente della Federcalcio polacca ed ex campione di Juve e Roma, ha detto no: «Ritmi forsennati? Io con la Polonia ai Mondiali '82 giocai 7 partite ogni due giorni nell'estate spagnola con 40 gradi e c'erano solo due cambi. E stiamo parlando di 40 anni fa. E' una scelta senza logica che snatura il calcio e le sue regole basilari. Noi non la adotteremo. il mio timore è che possa restare come regola anche dopo il covid. Premierebbe le squadre più ricche e non quelle che lavorano meglio durante la settimana. Scudetto? La Juve era già favorita prima». A proposito della ripresa: «Noi riprendiamo il 27 maggio in Polonia e spero accada anche in Italia. Bisogna convivere il virus: il calcio non dà solo ricchezza ai calciatori, ma anche alle tantissime persone che lavorano intorno a questo mondo».