CORSPORT - Al quotidiano sportivo ha rilasciato un'intervista Piero Sandulli, presidente della Corte Sportiva d'Appello, in cui ha parlato dell'emergenza Coronavirus. Le sue dichiarazioni:
Certe tensioni continuano a prevalere. Presidenti di Serie A e medici in queste ore discutono sulla ripresa degli allenamenti.
«L’ultimo decreto governativo consente la possibilità agli atleti professionisti di allenarsi con un potere valutativo delegato ai medici sportivi. In questo momento, però, credo sia necessario lasciare spazio agli staff sanitari sulle opportunità e le modalità di allenamento. Nessuno è immune. Anche un medico della Samp è stato contagiato».
Dipenderà dai tempi. C’è anche l’ ipotesi di superare il 30 giugno e finire il campionato a luglio. Si può?
«Ci sarebbero vincoli contrattualistici da superare alla scadenza della stagione sportiva. Materia complessa e da studiare. Per questo motivo, come dicevo, andrà riscritta la legge del professionismo sportivo, prevedendo tutto ciò che manca. Non mi riferisco ai giocatori di vertice. L’assistenza previdenziale riguarda prevalentemente la base, le serie minori e quelli che consideriamo dilettanti ma dilettanti non sono. Non sono bastati quarant’anni per modificare la legge del 1981, ora bisognerebbe farlo seriamente. E’ necessario stabilire i confini tra lo sport di natura competitiva e quello necessario al movimento. Una nuova legge aiuterebbe a disegnare meglio la centralità del Coni. Il comitato olimpico nazionale deve avere una voce autorevole, non può essere intaccata. Esistono due esigenze, entrambe fondamentali: l’agonismo e l’educazione fisica. Sono due realtà distinte. Il rispetto dei confini deve passare necessariamente attraverso normative più chiare».