IL TEMPO (F. SCHITO) - La stagione del Napoli era aperta con velleità di tricolore, sbandierate a gran voce da Carlo Ancelotti, ma la risposta dei primi mesi di campo è decisamente diversa. La gita a Roma, che aveva già assunto i connotati di un esame in chiave Champions, lascia gli azzurri con un pugno di mosche, a -3 dal quarto posto attualmente occupato dall'Atalanta (che ha una gara in meno) e con il rischio di subire l'aggancio della Fiorentina e l'allungo della Lazio, oltre all'altro scontro diretto tra i nerazzurri di Gasperini e il Cagliari. Con la miseria di due punti raccolti nelle ultime tre gare e il nervosismo generale confermato nel post gara dalle dichiarazioni di capitan Insigne - «Chiediamo scusa ai tifosi. Andare in campo dopo quello che è successo mercoledì non era facile, questa volta il responsabile Var ha giustamente chiamato l'arbitro in occasione del primo rigore concesso alla Roma: non lo contesto ma la Var deve esserci per tutti» - e da qualche reazione eccessiva in campo, gli azzurri proveranno a ritrovarsi in Champions con il Salisburgo.
Fin qui in Europa si è visto il volto migliore della squadra di Ancelotti - all'Olimpico, in panchina, è andato Davide, figlio di Carlo, che aveva cercato di esserci con un ricorso d'urgenza per l'espulsione rimediata contro l'Atalanta - e per uscire dalla crisi servirà la squadra ammirata con il Liverpool. Torna a Napoli a testa bassa anche Kostas Manolas, fischiato dal pubblico dell'Olimpico: forse il greco si aspettava un'accoglienza diversa, ma ha trovato un pubblico raccolto attorno al carattere della formazione di Fonseca. Sicuramente nessun rimpianto, da parte del tifo romanista, per Mario Rui, che con il suo mani ha concesso a Veretout il rigore del momentaneo 2-0.