IL MESSAGGERO.IT (M. FERRETTI) - E' bastata una frase («A me piace giocare bene, ma soprattutto mi piace vincere») per trasformare il figlio di Zdenek Zeman (dopo Roma-Genoa) poi nipote di Nereo Rocco (dopo il derby) nel fratello di Max Allegri. In realtà, Paulo Fonseca è semplicemente un allenatore (bravo) che sa alla perfezione che alla base della sua serenità professionale ci sono i risultati. E sa anche che con il bel gioco non abbinato alle vittorie non si va da nessuna parte. A Bologna, secondo molti osservatori, il portoghese da “giochista” si è trasformato in “risultatista” ma basta dare un'occhiata ai numeri della partita del Dall'Ara per dimostrare che si tratta di una tesi falsa. Condizionata, ovviamente, dal risultato maturato in extremis. I numeri, tutti i numeri, dicono che tra Bologna e Roma non c'è stata partita a favore della squadra capitolina (7 occasioni da gol per i giallorossi contro le 3 dei padroni di casa, ad esempio). E basta andare sul sito della Lega calcio, non su quello del club di Trigoria, per avene una conferma. I numeri dicono anche che la Roma è passata 5 volte in vantaggio in altrettante partite ufficiali, e questa non può (più) essere una casualità bensì è diventata una tendenza di una squadra che in campionato segna meno soltanto del Napoli. E che, gara dopo gara, sta perfezionando la fase difensiva, tanto è vero che nelle ultime tre uscite ha incassato tre gol, compresi un calcio di rigore (Bologna) e una punizione diretta (Sassuolo). I tempi delle tre reti beccate contro il Genoa nella prima di campionato appaiono lontani in tutti i sensi.
Da figlio di Zeman a fratello di Allegri: la trasformazione di Fonseca (e della Roma)
24/09/2019 alle 01:07.