LIBERO (T. LORENZINI) - Altro che emigratis. Un mazzo di fiori, sciarpetta al collo e 48 milioni di euro in tasca. Comincia proprio bene l'avventura cinese di Stephan El Shaarawy allo Shanghai Shenhua. L'ex attaccante della Roma ha firmato un triennale da circa 16 milioni di euro netti a stagione (18 i milioni versati ai giallorossi per il cartellino), raggiungendo così Graziano Pellè (allo Shandong Luneng dal luglio 2016: deve dire grazie ad Antonio Conte per averlo fatto esplodere all'Europeo) in cima alla lista dei calciatori italiani più pagati. Fate voi. Chiamateli miracolati per i quattrini che prendono, chiamateli bolliti perché se ne vanno dove il pallone piuttosto che una passione e una tradizione rappresenta un'industria creata a tavolino e decollata in seguito ai diktat politici e al business degli sponsor. «Vinceremo il Mondiale entro il 2050», sentenziò (minacciò?) il presidente Xi Jinping nel 2011. Staremo a vedere.
Comunque vogliamo chiamarlo, il Faraone d'oro molla il calcio vero e a 26 anni probabilmente sceglie che va bene così, magari uscendo anche dai radar della Nazionale. Un po' come Giovino, che oggi si becca 10 milioni puliti dall'Al-Hilal (terzo italiano più pagato) dopo averne incassati una ventina nell'esperienza canadese a Toronto: un ribaltone di vita e professione, per un 28enne che giocava nella Juve. «Ringrazierò sempre i tifosi della Roma per questi anni passati insieme», ha esclamato Stephan prima di imbarcarsi da Fiumicino, camicia azzurra, occhiali da sole e zainetto: da turista o da baby pensionato? Certo che è dura rinunciare a 131 mila euro al giorno, 5.400 euro all'ora e via così: a voi la calcolatrice... Nilmar, uno dei talenti brasiliani più cercati (era stato inseguito anche da Roma, Lazio e Napoli) nel 2011 dribblò tutti accettando i petrodollari dell'Al-Rayyan, in Qatar «So che questa scelta pregiudicherà il mio futuro. Ho già 28 anni. Praticamente, è come ritirarsi», confessò.
MITI E IPOCRITI - Magari si sarà consolato pensando che anche qualcuno che al calcio ha dato qualcosina più di lui non si è poi fatto problemi a esibirsi a ritmi da casa di riposo là dove c'era gente disposta a mettersi le mani in tasca: da Pelè a Chinaglia, fino a George Best o Beckenbauer, pure loro per qualche milioncino di dollari si sono fatti un paio di giri per gli stadi americani. Agli dei piacciono miele e ambrosia, ma anche il portafogli gonfio di "grano". Lo ha spiegato bene Samuel Etó o, campione di tutto con Barça e Inter, che nel 2011 ci ha messo due secondi a precipitarsi in Daghestan: «Diffido da quelli che dicono che non si muovono per soldi. Ho ricevuto un'offerta dall'Anzhi (20 milioni per tre anni, poi ne è rimasti due, ndr), l'ho valutata e accettata. Sono un mercenario perché più del progetto mi hanno convinto i soldi? E semplice, ho accettato perché avrò un mucchio di denaro per dare una possibilità ai bambini africani che sognano di diventare calciatori».
El Shaarawy troverà come compagni di squadra l'ex Inter Fredy Guarir e l'ex Udinese Odion Ighalo. Lascia la Roma dopo tre anni (109 gare, 34 gol), ha lottato per un anno intero per andare in Champions e si ritrova ora in una squadra che, a metà campionato, "veleggia" un solo punto sopra la zona retrocessione. Ad allenarlo ci sarà il sudcoreano Choi Kang-hee, già alla sua terza panchina nel 2019. Auguri...