LA REPUBBLICA (M. PINCI) - Dopo i due gol in Champions, avrebbe potuto riposare. Come per permettere a tutta quell’attenzione sollevata di posarsi con più calma. E invece, Nicolò Zaniolo non potrà fermarsi. Contro il Bologna di Mihajlovic, che evoca lo spettro della sconfitta rimediata un girone fa al Dall’Ara, Di Francesco sarà costretto a chiedere gli straordinari al trequartista ligure a cui tanti a Roma vorrebbero dare la 10 di Totti («Meglio per ora tenga la 22», dice il tecnico).
Nei giorni scorsi però, a Trigoria stava prendendo corpo l’idea di regalargli un lunedì sera lontano dai riflettori: non per motivi fisici, ma di opportunità. La doppietta contro il Porto ha attirato su di lui un ciclone di attenzioni, di paragoni ingombranti, di proposte esagerate, come dargli la maglia numero dieci di Totti. Lasciarlo fuori poteva servire anche per mandare un messaggio al mondo intorno a lui: non ha fatto ancora nulla e nessuno è indispensabile. Insomma, un modo per tutelarlo da quel tumulto di attenzioni.
Ma le condizioni di El Shaarawy, che ha rimediato un colpo all’anca nell’allenamento di sabato, costringono a riflessioni diverse. Kluivert, unico esterno rimasto e pronto all’uso, dovrà quasi certamente prendere il suo posto. E senza Schick e Ünder, l’idea di affievolire la luce dei riflettori puntati su Zaniolo è da rimandare. Non che a lui costi molto: «Nicolò giocherebbe sempre e in qualsiasi ruolo», raccontano le persone a lui vicine per trasferire quell’entusiasmo fanciullo con cui affronta ogni partita. Contro, la disperazione del Bologna, oggi a -3 dall’Empoli quartultimo e spettatore dei successi delle dirette concorrenti, ieri. Le mancherà pure l’ex romanista Destro. Anche se Mihajlovic, da sempre, preferisce i tiri mancini.