IL MESSAGGERO (A. MARANI) - Arrestato per lesioni gravi uno dei quattro tifosi della Lazio che sabato pomeriggio, fuori la stazione Termini, dopo avere salutato la squadra in partenza per Napoli, ha aggredito un clochard marocchino di quarant'anni, prima con lo spray al peperoncino, poi colpendolo - insieme ad altri tre complici - con calci, pugni e un ombrello fino a procurargli la frattura di due costole e varie contusioni. La vittima, rimasta a terra sul marciapiede, venne soccorsa dall'ambulanza e portata al Santo Spirito dove si trova tuttora ricoverata con una prognosi di trenta giorni. Secondo quanto ricostruito dagli agenti della Digos, la sua colpa sarebbe stata solamente quella di avere gridato verso gli ultras «forza Roma». «Io stavo solo scherzando, invece quelli si sono infuriati e mi hanno picchiato», ha messo a verbale lo straniero, ancora sotto choc.
LE TELECAMERE - La scena è stata inquadrata anche dalle telecamere di videosorveglianza della stazione, immagini un po' sgranate, ma che hanno comunque contribuito a fare rintracciare almeno uno dei componenti del commando. Si tratta di F. G., 42 anni, appartenente allo storico gruppo degli Irriducibili, un volto noto tra gli spalti della Curva Nord ma che, finora, non era mai stato raggiunto dal daspo. Stamani comparirà davanti al giudice di piazzale Clodio per il processo per direttissima: se le accuse verranno confermate, per lui il Questore disporrà sicuramente un provvedimento di allontanamento dagli stadi e dalle manifestazioni sportive che andrà ad aggiungersi alle conseguenze della sentenza penale. Non si esprimerà, invece, la giustizia sportiva visto che l'episodio è avvenuto molto distante dal campo di calcio.
LO SPRAY AL PEPERONCINO - Quello di sabato era stato un pomeriggio di festa per i biancazzurri. Tutto sembrava filare liscio, coi contingenti della polizia schierati a distanza, i cori e le bandiere intonati ad hoc per Inzaghi & Co. Invece è arrivata l'aggressione fuori-programma. La polizia ora è a caccia degli altri tre. Le telecamere hanno inquadrato i quattro ragazzi. Due di loro indossavano i berretti, uno imbracciava l'ombrello, brandendo la punta contro il marocchino. Un altro ha estratto dal giubbotto anche una bomboletta di spray urticante, vaporizzandola in direzione dell'uomo che ha cercato, inutilmente, di ripararsi il volto. Un abuso di quello che, in realtà, dovrebbe essere uno strumento di difesa.