CORSERA - «Mi sono sentito male per lui e per chi ha dovuto assistere alla scena provando dolore». Kevin Prince Boateng non può evitare di immedesimarsi in Kalidou Koulibaly, perseguitato da «buu» razzisti nella gara con l’Inter senza che l’arbitro Mazzoleni prendesse provvedimenti. L’attaccante di origini ghanesi, ora al Sassuolo, giocava nel Milan quando allo stadio Speroni di Busto Arsizio, in un’amichevole con la Pro Patria, reagì con rabbia agli ululati della curva, calciando il pallone verso gli ultrà.
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Lei è d’accordo nel catalogare questi atteggiamenti come semplice ignoranza?
«Questo è razzismo. Chi fa queste urla sappiamo perché le fa, per certe persone chi è di colore è una scimmia. Poi certo in una curva ci saranno anche gli ignoranti che imitano gli altri pensando che sia giusto farlo. Provi a chiedere a Koulibaly come si è sentito, uscendo dal campo. Glielo dico io, era sotto un treno».
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Secondo il ministro degli Interni Salvini è stato corretto non sospendere la partita. Concorda?
«È in errore Salvini, Koulibaly si sentiva male e secondo me anche qualche giocatore dell’Inter. Fermarsi sarebbe stato giusto anche per i milioni di persone che guardavano la partita in tv».
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Cosa resta della tolleranza zero introdotta cinque anni fa dalla Uefa?
«È uno slogan che non posso più sentire. I fatti parlano: succede ancora e ovunque. Siamo in ritardo. Dobbiamo iniziare adesso, subito».