LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - Una decisione condivisa subito a caldo: l’unico in grado di rappresentare la Roma di fronte a un’ingiustizia così enorme non poteva che essere Totti. Idea della società (per la precisione di Monchi), accettata dal resto della dirigenza (Pallotta compreso) e da Totti stesso, infuriato per quanto successo in campo. E così il clamoroso errore dell’arbitro Rocchi e del Var Fabbri, incapaci di vedere il fallo da rigore, grosso come una casa, di D’Ambrosio su Zaniolo, verrà forse ricordato come il passetto(ne) di Francesco verso un futuro definito da dirigente ( «È una vergogna, qualcuno ci deve spiegare come sia stato possibile»).
La gara pareggiata dalla Roma contro l’Inter (2-2) farà giurisprudenza per come l’utilizzo della tecnologia sia inutile se, di fronte a episodi clamorosi, il direttore di gara non ha neanche lo scrupolo di andare davanti al monitor a rivedere l’azione. Ma, guardando oltre, potrebbe rappresentare un utilizzo più fattivo del simbolo della storia romanista nelle vicende societarie. Totti è finora considerato (e utilizzato) un po’ come l’uomo immagine del club, in attesa che anche l’ex capitano metabolizzi del tutto un allontanamento dal calcio giocato soffertissimo.
Ma il nuovo dirigente e la società dovranno trovare un punto d’incontro che soddisfi le esigenze di Francesco – che chiede un ruolo nell’organigramma del club, dal quale è al momento assente – e quelle dei vertici giallorossi, che vedono come figura ancora molto attiva e influente per Pallotta quel Baldini col quale Totti non ha buoni rapporti. Ma visto che la Roma si sta rendendo conto di quanto l’ex numero 10 sia l’unico a spostare parecchio quando si espone mediaticamente, sembra probabile che a fine stagione le parti si siedano intorno a un tavolo per definire i confini di competenza, dando a Totti un ruolo in società, magari vicino all’area tecnica, ad allenatore e giocatori perché «nessuno li conosce come me», come da lui stesso dichiarato più volte.
Ma le parole di quello che per i tifosi resterà sempre il Capitano, hanno avvolto di stima la crescita in giallorosso di Zaniolo. «Sembra un veterano, gioca con semplicità e maturità e sta dimostrando il proprio valore. È esplosivo, ha forza e tutti i mezzi per diventare un grande giocatore». Una promozione non scontata, che segue l’ovazione con cui l’Olimpico ha accompagnato l’uscita dal campo di questo diciannovenne, preso dall’Inter per 4,5 milioni di euro, plusvalenza per i nerazzurri, nell’ambito dell’operazione che ha portato Nainggolan a Milano. «Bellissima partita, un buon punto contro una squadra forte», il commento del ragazzo su Instagram. Zaniolo ha conquistato una maglia da titolare da trequartista, nell’emergenza, e chissà quanto Pellegrini (vicinissimo al rientro) e Pastore troveranno pane per i loro denti.
Intanto la Roma sta valutando varie candidature per la panchina del prossimo anno della seconda squadra, non escludendo soluzioni interne ma, allo stesso tempo, avendo indicato uno dei nomi più gettonati nelle ultime settimane, sembra essere quello di Carmine Gautieri, uno che la maglia giallorossa l’ha indossata da calciatore, tra l’altro, in tema di ingiustizie arbitrali, famoso per il rigore non dato dall’arbitro Messina, a Torino, contro la Juve, dopo aver subito una clamorosa entrata da dietro di Deschamps.